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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cultura Pendino / Piazza Vincenzo Calenda

Cippo a Forcella, i resti antichissimi delle mura greche

Risalgono probabilmente al III secolo: dietro le rovine di piazza Calenda si cela un vecchio detto popolare

Sono tra i resti più antichi della città se è vero, come ritiene la maggior parte degli studiosi, che risalgono al III secolo a.C. Sono le pietre che fanno parte della cinta muraria di epoca greca dell’antica Neapolis in piazza Calenda: potrebbe trattarsi di rovine della porta Herculanensis (in seguito detta porta Furcilla o Furcillensis). Probabilmente, sono molto più note come il "cippo a Forcella”: protette da una ringhiera, si trovano esattamente di fronte al Teatro Trianon, nel cuore del quartiere a ridosso del Corso Umberto I e che prende il nome, secondo molti, dalla forma del bivio stradale che conduceva alla porta.

Come per i resti di piazza Bellini, anche quelli di Forcella sono stati ritrovati in epoca piuttosto recente: le pietre di quello che (erroneamente) è chiamato “cippo” vennero alla luce durante i lavori del Risanamento, il recupero urbanistico che si rese necessario a fine Ottocento per far fronte alle condizioni igieniche e logistiche di molte zone degradate della città. In quel punto, in particolare, la parte bassa del quartiere fu sventrata per costruire via Pietro Colletta e la piazza che collegasse il nuovo corso all’antica via Egiziaca a Forcella. Prima di chiamarsi piazza Calenda, fu chiamata “piazza delle mura greche” in ragione del ritrovamento di grande importanza archeologica.

Proprio per l’età antichissima delle rovine, a Napoli si è diffusa l’espressione “Cippo a Forcella” – più precisamente, “Si ricorda il Cippo a Forcella” - per indicare una cosa particolarmente vecchia o fuori moda. Alle spalle del “Cippo”, il teatro Trianon, inaugurato nel 1912 con Miseria e nobiltà di Eduardo Scarpetta. Associato da sempre alla programmazione musicale classica napoletana, è stato oggetto di un ritrovamento particolarmente importante durante la ristrutturazione del 2000: nella platea del teatro infatti è stata messa in luce la torre della Sirena (IV / III sec. a.C.), unica torre in elevato esistente in Campania.

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