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Dopo 40 anni riapre la Chiesa di Sant’Aspreno ai Crociferi per l’apertura del Museo Jago (VIDEO)

Oggi alle ore 18 l'inaugurazione con lo scultore e i componenti delle associazioni che hanno contribuito ad aprirlo. Un progetto sostenuto anche da molti emiri arabi proprietari di alcune opere dell'artista. In esposizione le statue dell'artista come La Pietà realizzata nell'antica chiesa

“Al Rione Sanità ho compreso che per realizzare una scultura bisogna prima conoscere il materiale, e quando il materiale è umano, renderlo valore portante come le mura e le fondamenta del rapporto che ci lega al Fondo Edifici di Culto, che nella persona del Prefetto Fabrizio Gallo e di tutti i funzionari hanno saputo credere nell’arte di dare nuova forma e sostanza ai luoghi. Oggi la nostra Basilica di Sant’Aspreno ai Crociferi riapre al pubblico, restituita, messa al mondo come un figlio, ancora una volta per accogliere” spiega Jago, lo scultore che da alcuni anni è sempre più legato a Napoli e, soprattutto, al Rione Sanità, tanto da aprire due dei suoi atelier nel quartiere. La Chiesa di Sant’Aspreno ai Crociferi è stata uno di questi e, oggi, dopo 40 anni riapre al pubblico come Museo Jago.

Aprire in pianta stabile un museo che custodisca le scultore dell’artista laziale rientra tra quegli atti rivoluzionari che tante realtà compiono quotidianamente in ogni dedalo del Rione Sanità, per riqualificarlo, per creare un sistema, quello della bellezza, dove arte, impegno civile, educazione verso la cultura e il lavoro con tanta buona volontà hanno piantato i semi.

Da quei semi si stanno raccogliendo i frutti. Il Rione Sanità è un esempio su più fronti dove non mancano riconoscimenti.

I turisti arrivano a flotte tanto da diventare un modello anche per questo. Il Rione Sanità non è solo un fenomeno sociale per quel riscatto partito da Don Antonio Loffredo con la complicità delle associazioni, ma ora è il luogo dove si investe per produrre e ospitare la cultura, l’arte visiva e scenica.

In corso d’opera, qualche iniziativa può non portare gli esiti sperati, ma ciò fa parte del gioco. Quello conta è impegnarsi anima e corpo per realizzarle e la comunità ha il suo peso.

Da quando Jago ha scelto di impegnarsi in prima persona, di essere uno di quei tasselli fondamentali per il Rione Sanità. Ecco che lui, insieme alla Cooperativa La Paranza, riaprono al pubblico la Chiesa di Sant’Aspreno ai Crociferi per far sì che il suo museo diventi un modello anche per la fondazione di altri luoghi simili, che mostrino e custodiscano opere moderne e contemporanee.

Le opere esposte

Dalle ore 18 di oggi in questa Chiesa che per 40 anni è stata inaccessibile al pubblico, accoglie la sacralità dell’arte.

In quest’occasione si svela per la prima volta il nuovo gruppo scultoreo di Aiace e Cassandra. Per l’inaugurazione di questa sera l’ingresso sarà gratuito e vedrà la presenza dell’artista, mentre dal 21 maggio si potrà prenotare il biglietto, che permette l’accesso anche al Figlio Velato custodito presso la Basilica di San Severo fuori le mura, tramite il sito di Catacombe di Napoli.

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Sarà anche esposta la Pietà una personalissima rielaborazione della statua di Michelangelo fatta da Jago che ritorna al suo luogo d’origine dopo una serie di fortunate mostre. Proprio nella chiesa del del Borgo dei Vergini, a porte chiuse, Jago ha realizzato la scultura in marmo a grandezza naturale che rappresenta non una semplice riproposizione del celebre episodio biblico, quanto piuttosto una rielaborazione in chiave moderna di un momento di raccoglimento e di dolore, in cui l’umanità si è identificata per secoli.

Ora, grazie a una convenzione firmata con il Fondo Edifici Culto (FEC), ritorna nel luogo dove è stata concepita, per arricchire la collezione del nuovo museo.

Ma altre sculture di Jago saranno in arrivo dal 5 giugno al momento in mostra a Bologna.

Mentre lo intervistiamo alla vigilia dell’inaugurazione ci sono già delle persone che sbirciano. Qualcuno è del Rione, altri sono turisti che vedono la chiesa aperta e chiedono informazioni su cosa ci sia ora dentro e perché è aperta.

Jago è contento di questo richiamo che già c’è. In fondo, ha creduto fino al primo momento in questa impresa che sarà un ben più ampio progetto culturale, dove saranno previsti numerosi eventi per tenere sempre vivo questo luogo che, come lui afferma: “Deve respirare di ciò che proviene dall’esterno”.

Il progetto Museo Jago

Nato come idea di museo diffuso, all’ingresso della chiesa sarà inoltre allestito un infopoint turistico, fruibile 7 giorni su 7, che collegherà tutte le realtà già presenti sul territorio, rappresentando il punto di partenza per la costruzione di un percorso turistico pensato per l’accoglienza. Per Jago: “Sant’Aspreno riapre al pubblico, restituita, messa al mondo come un figlio, ancora una volta per accogliere. Dietro i luoghi e i loro contenuti c’è sempre l’umanità di chi ha immaginato, quella di chi ha costruito, l’umanità di chi ha abitato e abbandonato, l’umanità di chi ha recuperato e quella di chi verrà”.

Partendo da questi presupposti di recupero e di messa a valore di un’eredità da tramandare, questo nuovo polo museale si pone oggi come protagonista di due progetti che stanno contribuendo a dare forma al Rione Sanità: “Luce al Rione Sanità” e “Tornaccantà”.

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“Luce al Rione Sanità” è ideato dalla Cooperativa La Paranza con il sostegno di Fondazione CON IL SUD e Fondazione di Comunità San Gennaro insieme a Intesa Sanpaolo. È un’iniziativa di formazione e d’inclusione sociale per giovani del quartiere attraverso l’arte e la valorizzazione del patrimonio storico artistico del quartiere. Un progetto che interviene su importanti asset strutturali del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), come: il contrasto alle disuguaglianze, l’inserimento lavorativo di giovani in situazione di fragilità, la rigenerazione urbana in contesti marginalizzati. L’iniziativa si inserisce nel solco di quanto la Fondazione di Comunità San Gennaro e la Cooperativa La Paranza fa da anni nel Rione Sanità.

“Tornaccantà” è invece un progetto della Fondazione di Comunità San Gennaro in partnership con Nuovo Teatro Sanità, la Cooperativa sociale Sanita’rt, il Consorzio sociale Coop4Art, la Cooperativa sociale La Paranza, l’Impresa sociale Kalòs, e sostenuto da Intesa Sanpaolo attraverso il Programma Formula in collaborazione con Fondazione CESVI. Un’iniziativa che propone di coinvolgere e restituire dignità agli spazi, alle risorse e ai talenti presenti nel Rione Sanità. Un modo per riqualificare beni artistici in stato di abbandono e formare, contemporaneamente, giovani del territorio.

“La scultura, la pittura, la musica, il teatro, sono per noi del Rione Sanità un nutrimento indispensabile per la crescita del capitale umano” dice Don Antonio Loffredo, rettore della Chiesa di Sant’Aspreno ai Crociferi che è ancora uno degli attori principali di questa vasta rete di progetti in cui il Museo Jago è uno dei cardini che fa inevitabilmente da richiamo.

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Sono tutti investitori del Museo Jago. Ognuno ha messo qualcosa. Lo stesso Jago è tra i finanziatori, perché lui al Rione si sente a casa, anzi, lui in nessun luogo del mondo si sente al sicuro e protetto come qui, rispondendo a coloro che ancora diffidano della zona, vedendola ancora poco sicura.

Jago ha anche coinvolto gli emiri arabi, proprietari insieme a lui del 50 % di alcune delle sue opere, che hanno deciso di scommettere sul Rione Sanità decidendo di lasciare le loro statue al Rione Sanità.

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