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Cultura Vomero / Corso Vittorio Emanuele

Castello Aselmeyer, colpo d’occhio neo-medievale tra il Vomero e Chiaia

Costruito dall'architetto anglo-napoletano Lamont Young ha poi preso il nome del banchiere che lo ha acquistato nel 1902

È il precursore architettonico di Villa Ebe: l’architetto che ha progettato il castello Aselmeyer (o castello Grifeo dei principi di Partanna) al corso Vittorio Emanuele è infatti lo stesso, l’anglo-napoletano Lamont Young. La costruzione, dal tipico aspetto neo-medievale, iniziò nel 1899 (e si concluse nel 1902) e l’idea originaria era quella di farne un albergo destinato ai turisti anglosassoni, sempre più numerosi in città alla fine dell’Ottocento (come testimonia anche la nascita, negli stessi anni, del Grand Eden Hotel a Parco Margherita).

Dopo l'acquisto dei suoli espropriati per costruire la nuova strada e poi, successivamente, di altri suoli adiacenti, il grande palazzo – che non ebbe grande consenso popolare per la vistosa differenza stilistica con il resto degli edifici della zona - fu in realtà adibito da subito a residenza privata: l’architetto, però, dopo poco si trasferì sull’isola della Gaiola e, a quel punto, l’edificio fu venduto al banchiere Carlo Aselmeyer, che gli ha dato il nome con cui lo conosciamo oggi. Negli anni successivi gli ambienti interni sono stati man mano sempre più frazionati, costituendo appartamenti privati.

Il complesso architettonico risulta una combinazione di elementi in stile gotico inglese – come testimoniato dagli archi inflessi o ogivali - e presenta torri merlate sporgenti con vetrate policrome, che gli conferiscono l’impronta neo-medievale. A questo si aggiungono tocchi elisabettiani e tudor tipici delle residenze borghesi inglesi. Dello stile gotico si hanno altre testimonianze a Napoli, come per esempio la Chiesa Anglicana di via San Pasquale o quella Luterana di via Carlo Poerio.

La facciata è interamente rivestita da bugne in pietra vesuviana, mentre gli interni (soffitti, pavimenti, pareti, scale, porte) sono tutti in legno: tutti i materiali utilizzati dall’architetto erano di provenienza locale. Dal palazzo si può godere di una vista straordinaria sull’intero golfo, a metà tra il Vomero e Chiaia. Dopo aver progettato il castello Aselmeyer, Young fu chiamato per costruire altri edifici partenopei: vent’anni dopo, vide la luce villa Ebe, palazzina neogotica anche nota come castello di Pizzofalcone, situata nel quartiere San Ferdinando, sul fianco occidentale del Monte Echia.

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