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Cultura Vomero / Via Cimarosa

Nel cuore del Vomero la casa dove vissero Ernesto e Roberto Murolo

Due targhe nel punto più alto di via Cimarosa ricordano padre e figlio, rispettivamente poeta e cantautore

In questo palazzo al numero 25 di via Cimarosa hanno vissuto Ernesto Murolo, poeta, drammaturgo e giornalista, e anche suo figlio Roberto, cantautore e musicista. Due icone della cultura napoletana classica, ricordate da due targhe apposte sull'edificio, che hanno trascorso un’intera esistenza in questo palazzo del Vomero, poggiato sopra la Funicolare centrale di piazza Fuga. Ernesto Murolo, considerato con Salvatore Di Giacomo, Libero Bovio ed E. A. Mario un artefice dell’epoca d'oro della canzone napoletana, era nato ufficialmente da Vincenzo Murolo e Maria Palumbo, anche se in molti sostengono che fosse un altro figlio illegittimo di Eduardo Scarpetta e Anna De Filippo, sorellastra della donna che Scarpetta aveva sposato. Nella sua autobiografia, “Cinquant'anni di palcoscenico”, Scarpetta rivelò con sarcasmo tutto il suo disappunto nei confronti di Murolo e tutto quell'ambiente così ostile nei suoi confronti, dal momento che Ernesto non aveva mai risparmiato colpi al teatro scarpettiano. “Sorse poi, finalmente l'uomo chiamato da Dio a salvare il Teatro d'arte contro il quale, a detta dei signori critici, io mi accanivo sempre di più. E l'uomo fu - indovinate chi? Ernestuccio Murolo! Il quale, nell'ottobre del 1916, inaugurò al Mercadante un corso di rappresentazioni con quella tal compagnia, destinata ad insegnare a tutte le altre il vero modo di recitare. Il Mercadante si aprì, ma il pubblico cominciò subito a disertare”.

Ernesto Murolo ebbe un figlio anche lui artista, Roberto: cantautore, chitarrista e attore, considerato tra i maggiori protagonisti, insieme a Sergio Bruni e Renato Carosone, della scena musicale napoletana del secondo dopoguerra. Da giovane, l’altra sua grande passione è lo sport, il nuoto - Murolo ha sempre attribuito agli sport acquatici la sua capienza polmonare – ma ben presto la scelta è fatta: la musica. Dopo la guerra, Murolo inizia la carriera da solista in campo concertistico e in quello discografico nel 1948, esibendosi al Tragara Club di Capri con classici napoletani. A metà degli anni Settanta interrompe l’attività discografica, ma non quella concertistica.

Torna alla ribalta in età avanzata con un album in cui interpreta canzoni di altri autori, tra cui Spassiunatamente di Paolo Conte, Lazzari felici di Pino Daniele, Senza fine di Gino Paoli, e anche duetti: Caruso con Lucio Dalla al pianoforte, Ammore scumbinato in coppia con l'amico Renzo Arbore, oltre a Sta musica con Consiglia Licciardi e L'ammore ca' nun vene, due testi firmati da Enzo Gragnaniello. Nella sua storia, duetti con Fabrizio De André e Mia Martini. Nel 1994 pubblica “Tu si' 'na cosa grande”, tributo a Domenico Modugno, accompagnato dai migliori esponenti della musica napoletana del momento: Lina Sastri, la Nuova Compagnia di Canto Popolare, Pietra Montecorvino, Eugenio Bennato, Enzo Avitabile, Enzo Gragnaniello e Tony Esposito, su arrangiamenti di Adriano Pennino. Il 26 gennaio 1995 viene nominato, dal Presidente Oscar Luigi Scalfaro, grande ufficiale della repubblica per i suoi meriti artistici; a questa onorificenza si aggiunge, il 23 gennaio 2002, la nomina a Cavaliere di gran croce, conferita dal Presidente Carlo Azeglio Ciampi. Oggi, la casa dove ha vissuto è sede della Fondazione Roberto Murolo.

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