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Cultura

La Cappella Sansevero e le sette opere misteriose

Raimondo di Sangro ha reso questo luogo uno dei più bei capolavori di arte ermetica ed esoterica al mondo. Nella Cappella tutto acquista senso e significato solo se si comprendono i simboli e i misteri celati nei marmi e negli affreschi che adornano il Tempio

La tomba di Raimondo di Sangro

A differenza degli altri momumenti sepolcrali, la propria tomba fu voluta da Raimondo di Sangro sobria, quasi severa. Il principe di Sansevero morì la sera del 22 marzo 1771: probabilmente inalò o ingerì qualche sostanza tossica durante uno dei suoi esperimenti in laboratorio. Sulla tomba sono molto evidenti i simboli che celebrano le sue glorie nell’ambito scientifico, letterario e militare. La parte più affascinante del mausoleo è l’iscrizione situata sulla grande lastra marmorea: l’elogio funebre non è inciso ma in rilievo, grazie ad un tecnica elaborata con diversi solventi chimici dal principe stesso. Il tema della dedica, sicuramente stabilita dal Principe prima di morire, è ancora più interessante: “uomo straordinario predisposto a tutte le cose che osava intraprendere […] celebre indagatore dei più reconditi misteri della Natura”, un auto elogio solenne e celebrativo.

tomba di Raimondo di Sangro-2

La tomba di Cecco di Sangro

Posta al di sopra dell’ingresso principale, fu voluto da Raimondo di Sangro per celebrare le gesta dell’illustre antenato. Cecco di Sangro era un comandante agli ordini di Filippo II e divenne famoso durante una campagna nelle Fiandre. Rimase chiuso due giorni in una cassa e grazie a questo stratagemma riuscì ad entrare nella rocca di Amiens e cogliere di sorpresa i suoi nemici. Secondo la leggenda questo monumento ricorda anche la leggenda sulla morte del Principe: si narra che Raimondo di Sangro, ormai vicino alla morte, si fece tagliare a pezzi e rinchiudere in una bara, da cui doveva uscire vivo dopo qualche giorno. Ma i suoi familiari aprirono la bara troppo presto e l’esperimento fallì, condannando il principe alla morte definitiva.

Cecco Sangro-2

Il Pavimento labirintico

Intorno la metà del 1760, Raimondo di Sangro incaricò l’artista Francesco Celebrano di realizzare un pavimento di marmoree tarsie policrome con sfumature dal blu al bianco, all’interno delle quali si incastra una linea di marmo bianca continua e senza giunture. Il disegno ricorda palesemente motivi labirintici. In fase di realizzazione, il lavoro si rivelò difficile e di lunga esecuzione tanto che nemmeno il principe riuscì, prima della sua morte, a vedere l’opera conclusa. Nel 1889 un grave crollo distrusse quasi totalmente il pavimento labirintico e data la sua difficile progettazione non fu restaurato. La cappella fu poi ripavimentata con piastrelle in cotto napoletano, smaltate con i colori del casato di Sangro (giallo e azzurro) in corrispondenza dello stemma nobiliare. Attualmente alcune lastre del pavimento originale si riescono ancora a intravedere nel passetto antistante la tomba del principe, nella Cavea sotterranea e nella Sagrestia. La scelta della pavimentazione labirintica si inquadra perfettamente nell’itinerario allegorico progettato da Raimondo. Il tema era assai caro ai Cavalieri Templari. II labirinto rappresentava la difficoltà dell’itinerario che deve compiere l’iniziato per approdare alla conoscenza. Lungo il cammino, soggetto a continui bivi, occorre saper scegliere attentamente e saggiamente la strada giusta, per non restarne prigionieri e raggiungere la Verità.

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