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Dopo Cannes, Marco Bellocchio e il suo cast presentano Rapito a Napoli (VIDEO)

Interviste al regista e ai suoi attori. Lui, insieme a Fabrizio Gifuni, Barbara Ronchi e Fausto Russo Alesi, ha incontrato il pubblico di tre sale napoletane per parlare del loro ultimo film. Presto Bellocchio potrebbe girare a Napoli il suo prossimo progetto dedicato al caso Tortora

Tredici di minuti di applausi al Festival di Cannes. Ai vertici al box office. Marco Bellocchio con Rapito unisce pubblico e critica con questa storia ispirato al caso Mortara, storia realmente accaduta nel 1858 a Edgrado Mortara il bambino ebreo fu strappato all’età di setta anni alla sua famiglia per essere allevato da cattolico sotto la custodia di Papa Pio IX, suscitando un caso internazionale, perché battezzato di nascosto dai suoi genitori da una cameriera credendolo in fin di vita.

“Mi ha colpito questa storia dopo aver letto un libro su Edgardo Mortara scritto da un cattolico piuttosto conservatore. Il libro ripercorre il cammino della conversione al cattolicesimo di questo bambino che viene rapito dopo aver iniziato il suo cammino religioso da ebreo ortodosso. È una conversione, inizialmente forzata. Ma Edgardo non cambia idea dopo che Roma è stata liberata dal dominio papale, a quel punto è libero di fare ciò che vuole. Diventa invece sacerdote e poi missionario fino alla fine dei suoi giorni” ci racconta Marco Bellocchio quando lo incontriamo nel week end per un piccolo tour fatto a Napoli per salutare il pubblico dei cinema Filangieri, Modernissimo e American Hall.

Il caso Mortara da Spielberg a Bellocchio

Una vicenda che ha colpito profondamente Bellocchio per la straziante crudeltà accaduta in quell’Italia alla vigilia del Risorgimento dove il potere del Papa Re è all’apice della sua intransigenza forse proprio perché avverte in declino. Ha desiderato lavorarci su questo progetto ma in prima battuta Steven Spielberg era all’opera per realizzarci un film tanto che era in cerca di location proprio in Italia

“Dopo aver letto il libro ho scoperto che Steven Spielberg stava preparando questo film. Una casa di produzione era venuta in Italia per cercare location e fare dei provini, quindi ho smesso di pensarci. Poi, diversi anni dopo, mentre ero negli Stati Uniti a promuovere Il Traditore ho chiesto in giro e ho sentito che Spielberg non aveva portato avanti il ​​progetto. Quindi lo abbiamo verificato e siamo tornati a lavorare sul film” dice il regista “La storia è ricca di elementi che hanno stimolato la mia immaginazione. È come un grande romanzo del XIX secolo. Nel film i personaggi della madre e del padre sono molto importanti e altrettanto importante è la figura del Papa violento e intollerante ma allo stesso tempo coerente con le credenze cattoliche di allora.”

Si dice che tra i vari motivi per il quale Spielberg abbia abbandonato il progetto sia perché non abbia trovato il bambino giusto per interpretare Edgardo Mortara, fortuna avuta da Bellocchio che nel piccolo Enea Sala trova il suo protagonista perfetto cosa che sottolinea lo stesso regista.

Spielberg è un regista geniale, ma se l’avesse realizzato sarebbe stata un’altra storia, con risultati ed effetti diversi.

Marco Bellocchio con la regista Susanna Nicchiarelli, che in questo caso ha curato solo la sceneggiatura assieme a lui, hanno realizzato un copione mirabile attento nell’evidenziare anche le differenze linguistiche “ Siccome si tratta di un’Italia che non esiste più, abbiamo fatto un sacco di effetti digitali per ricostruire quel mondo. Ma volevamo anche dare al pubblico un senso reale di ciò che è accaduto. Molto lavoro è stato dedicato alla scenografia e ai costumi. Abbiamo cercato di ricostruire il mondo delle province italiane. Siamo stati molto attenti nell’assicurarci che i tipi di italiano volgare che i personaggi parlano fossero molto accurati. L’accuratezza dell’aspetto linguistico è stato fondamentale per me per renderlo reale. volevamo davvero difendere il fatto che questa famiglia ebrea vivesse sul suolo italiano” spiega Bellocchio.

C’è il latino lingua della preghiera cattolico-cristiana contrapposta a quella ebraica. Gli attori che interpretano i Mortara, dove spiccano i genitori di Edgardo, Samuele e Marianna, interpretati da Fausto Russo Alesi e Barbara Ronchi, due attori cari a Bellocchio, sono stati guidati da un consulente ebraico. Loro rappresentano lo strazio ma anche la denuncia sullo scenario politico internazionale che ha contribuito a scardinare e indebolire la figura del Papa Re in quell’Italia risorgimentale.

“Oltre l’estrema violenza dell’atto subito dal piccolo Edgardo, mi piacerebbe raccontare il suo smarrimento, il suo dolore, dopo l’abbandono forzato, ma anche il suo cercare sempre di conciliare la volontà del suo secondo padre, il Papa, con la volontà opposta dei suoi genitori di riportarlo a casa. Tenacissima la determinazione della madre, più debole la ribellione del padre che pensa soltanto al benessere del bambino”.

Un cast mirabile e un futuro a Napoli

“Il piccolo Mortara rieducato dai preti resterà fedele alla Chiesa cattolica, si farà prete (e questo è un affascinante mistero che non si può liquidare col solo principio della sopravvivenza, perché dopo la liberazione di Roma Edgardo, potendo finalmente “liberarsi”, resterà fedele al Papa) e anzi tenterà fino alla morte di convertire la sua famiglia rimasta fedele, invece, alla religione ebraica” afferma Marco Bellocchio e se ciò è tra le ragioni che hanno attratto il regista voler portare al cinema Rapito, la complessità che c’è dietro Edgardo Mortara lascia allo spettatore spiazzato. Dopo la visione del film è arduo metabolizzare Rapito, proprio per Edgardo, unico non coerente in mezzo a uomini e donne che nel bene o nel male lo sono.

In Rapito ci sono immagini potentissime, che sono tipiche del cinema di Bellocchio, eppure, Rapito conferma quella voglia di rinnovarsi che con Il Traditore ed Esterno Notte è presente in Bellocchio.

E’ evidente che attraversa un nuovo ciclo creativo e ciò piace anche agli spettatori, infatti anche Rapito sta avendo un ottimo riscontro nelle sale. Questa storia, apparentemente lontana, piace e tocca trovando agganci ai tempi caldi della nostra attualità. E’ innegabile ciò.

La forza delle sue opere sta negli attori che sceglie, alcuni dei quali, sono dei volti feticci dei suoi film.

Anche per Rapito è così. Ha radunato alcuni degli attori con cui ha realizzato alcuni dei suoi successi: Filippo Timi, Fausto Russo Alesi, il quale è in sette dei suoi film, Barbara Ronchi (fresca del successo di Era Ora su Netflix e di vittoria di David di Donatello come miglior attrice protagonista per Settembre) e Fabrizio Gifuni, il suo Aldo Moro di Esterno Notte che gli ha fatto conquistare quest’anno il David come miglior interpreta maschile.

A Napoli è accompagnato da Ronchi, Russo Alesi e Gifuni, quest’ultimo da diversi mesi è in città per le riprese della stagione finale de L’Amica Geniale dove interpreta Nino adulto.

In questo mini tour napoletano ricevono una caldissima accoglienza dal pubblico presente nelle proiezioni delle tre sale. Bellocchio ne è entusiasta. Gli piace l’energia che c’è qui, infatti si augura che il progetto dedicato a Enzo Tortora si concretizzi visto che lo porterebbe a Napoli per le riprese dedicate alla prigionia a Poggioreale e ai momenti chiave della fase processuale: “Spero che riusciamo a realizzare questo lavoro sul caso Tortora. Per la prima volta, alla mia veneranda età girerei a Napoli. Ciò, mi renderebbe molto felice”.

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