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Cultura

Arisa canterà D'Alessio a Sanremo: “Il mio sogno è andare in giro per il mondo cantando in napoletano”

Incontro con la cantante che racconta della sua imminente presenza al Festival di San Remo con la canzone scritta per lei da Gigi D’Alessio. L'intervista di NapoliToday

“In questa fase artistico e personale della mia vita mi sento in crescita seguendo una strada diritta verso un obiettivo. In questa canzone di Gigi D’Alessio è il riflesso della donna che sono oggi. Io non riesco a cantare qualcosa che non mi appartiene.  Oggi posso fare a meno di tutto tranne che di me.” Così Arisa presenta ai giornalisti “Potevi fare di più”, il brano con cui è in gara al Festival di Sanremo scritto dal cantautore napoletano Gigi D’Alessio.
Per la settima partecipazione al Festival di Sanremo in cui si è già aggiudicata due vittorie: la prima nel 2009, nella categoria Nuove Proposte, con il brano “Sincerità”, e la seconda nel 2014 nella categoria Campioni con “Controvento” (inoltre nella 65° edizione del Festival targata da Carlo Conti è stata co-conduttrice insieme a Emma), Arisa propone una canzone che parla di un momento di liberazione da una relazione tossica. Racconta la storia di una donna che cerca la forza di dire basta ad un amore che si è spento e ai continui tentativi di tenerlo in piedi.

Alla conferenza stampa su ZOOM si presenta con capelli lunghi e unghie rosse laccate, una piccola anticipazione di quello che sarà il suo look durante la kermesse sanremese. La cantante lucana ma con sangue campano da parte di madre, è in forma, pronta per affrontare il palco dell’Ariston in una delle edizioni più complesse del Festival a causa della Pandemia dove il pubblico sarà assente. 
E’ carica ed approdata ha una svolta dove è sicura di sé stessa dove si vede che non ha paura di nulla. E’ empatica come sta dimostrando anche come coach ad Amici, il famoso talent show di Maria De Filippi. Un cambiamento che le hanno insegnato a volersi più bene e ad avere maggiore consapevolezza di sé stessa, come dimostra anche la scelta di essere legata a un’etichetta indipendente con cui uscirà con il suo prossimo album di inediti, adesso è lei a dettare i tempi e a decidere le canzoni: “Ciò aiuta ad avere più fiducia me stessa e mi fa andare avanti”.

L’unione artistica con D’Alessio per il secondo Festival diretto Amadeus, il quale lo condurrà insieme a Fiorello, rinnova il legame che Arisa ha con Napoli dopo le cover e le colonne sonore interpretate in passato (come dimenticare la versione di Vasame cantata per il film Napoli Velata) e confessa che per le serate delle cover di Sanremo 71 era stata tenta di portare O’ Scarrafone’ di Pino Daniele prima di decidere per un altro brano super segretissimo.

Intervista ad Arisa

 Come è nata la collaborazione con Gigi D'Alessio e come sta andando il confronto?
“Ho scelto di cantare una canzone di Gigi anche perché quando l’ho ascoltata mi ha trasmesso autenticità. Ho bisogno di sentire questo quando decido di cantare il brano di un autore. Sono convinta i sentimenti siano sempre circolari e tocchino a tutti. Stimo Gigi, è un uomo molto sensibile ed è un maestro della musica, molte delle canzoni che ha scritto sono diventate dei veri successi popolari. Io chiederò sempre consiglio a Gigi perché questa avventura verso Sanremo la viviamo insieme. Poi, voglio avvicinarmi alla mia terra anche perché non posso cantare in lucano, quindi canto il sud attraverso la melodia di Gigi. Ho voglia di cantare una canzone che abbia un sentimento napoletano anche se le parole di Potevi Fare di Più non saranno in partenopeo.”

Si sente che sei partecipe. Durante il processo creativo gli hai dato degli stimoli per sentirtela più tua?
“Io e Gigi D’Alessio ci siamo trovati molte volte a parlare delle nostre cose. Lui è un uomo accessibile. Mi ha commosso e l'ho sentita subito mia: una volta nella vita gli amori tossici capitano a tutti. Quando canto esorcizzo dei momenti della mia vita ed è il caso di Potevi Fare di più. In qualche modo, attraverso le canzoni si racconta sempre un po’ di me”.

Come si bilancerà il tuo stile a quello di D’Alessio in questo brano?
“Bé è una canzone con sfumature di sonorità sognanti che definirei soffici. Qualcosa di profondamente melodico e viscerale”.

Nella tua carriera Napoli continua a fare capolino…
“Sì, pensa che durante il lockdown della scorsa primavera ho scritto delle canzoni anche in napoletano. Mi piacerebbe piacere andare in giro per il mondo per cantare le nostre più belle canzoni italiane, anche quelle in lingua napoletana. Abbiamo molto da attingere dalle nostre tradizioni”.

Questa canzone che è in gara al Festival parla Rotture e il coraggio di dire basta. In un periodo post lockdown e restrizioni che ha messo a dura prova molte coppie portando anche a lasciarsi. Ma al tempo stesso è una canzone che parla di rinascita. Molto simbolico in un’edizione di Sanremo che sarà diversa dal solito.
“È vero, è un testo sulla rinascita.  Di sicuro avrà un impatto emotivo maggiore. Di fatto, il Lockdown ha messo in crisi molte coppie perché forse ha messo nella reale condizione di conoscersi e non Tutti hanno potuto viverlo in luoghi spaziosi.  Abbiamo pensato al nostro qui e ora in quello spazio ristretto e ha tirato fuori la verità delle cose semmai anche spiacevoli. Il periodo dal quale veniamo aiuterà sicuramente a comprenderla. Per quanto riguarda il Festival, comunque vada, è segno di ripartenza che farà bene a tutti”

Nell'approccio a questo brano Sembra anche che ci sia molta introspezione psicologica nel capire i meccanismi che porta la donna a prendere il coraggio a due mani per chiudere. Non sarà difficile immedesimarsi, ma cosa speri che arrivi al pubblico da casa?
“Il messaggio che vorrei che arrivasse a tutti è che quando ci troviamo in una situazione non congeniale dobbiamo prendere la responsabilità di cambiare e ricercare la felicità. È anche una canzone sul tempo che è prezioso e quindi dobbiamo impiegarlo al meglio stando con le persone con cui stiamo bene. Però dobbiamo amare noi stessi altrimenti non riconosciamo anche l'amore per gli altri. È un brano su una consapevolezza di noi stessi, cosa che arriva quando siamo in difficoltà. Le difficoltà aiutano a riflettere su cose che probabilmente nei momenti facili non pensiamo. Amare sé stessi non significa narcisismo ma arrivare rispetto e alla stima di noi stessi”

Tu quel palco lo conosci bene l'hai vissuto anche come co-conduttrice. Come te lo immagini quel palco senza pubblico e anche quella settimana che avrà tante restrizioni anche nell'incontro che in genere c'è ed è importante?
“Sarà un festival complicato. Sicuramente mancherà passare tra la calca della gente. Mancherà confrontarsi e parlare dei propri progetti anche perché è una vetrina importante. Sarà difficile senza pubblico che ti fa capire se fai bene o sei fai male. Il confronto sicuramente mancherà molto. Insomma sarà diverso. A noi artisti sono chiesti dei sacrifici ma l’importante è tornare a cantare e iniziare a far muovere le cose. Noi artisti siamo degli intrattenitori e dobbiamo quanto meno provarci nonostante sarà dura. Senza contare che in quella settimana, una parte dei lavoratori dello spettacolo hanno un'occasione di rimettersi in gareggiata quindi va bene fare qualche sacrificio.”

Passiamo ad Amici. Si vede che tu ci tieni ai tuoi allievi. Osservandoli, quanto ti stanno caricando per affrontare Sanremo 71?
“Moltissimo! Mi sto dedicando tanto alla scuola di Amici. Sono contenta del lavoro che stiamo facendo con i ragazzi. Da carica la passione di questi ragazzi e mi sto lasciando coinvolgere da loro. Poi Sono contenta di lavorare con Maria De Filippi.”

Alle ragazze della Scuola di Amici, ma anche a tutte le giovani emergenti quanto consiglio di credere in loro stesse e di volersi bene nonostante il mondo della musica non sia facile?
 “Ovviamente parlo in base alla mia esperienza. Soprattutto negli ultimi tempi ho imparato a credere di più in me stessa senza cercare troppo lontano dall'albero. Essere donne è sempre difficile. Nell'ambiente discografico il più ai vertici ci sono delle volte. Noi donne abbiamo però l'abilità di trovare escamotage per resistere e per reinventarsi e stare bene senza danneggiare nessuno. Abbiamo un istinto di bontà che ci porta a voler bene a noi stesse e quindi questo ci salva.”

di Antonia Fiorenzano

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