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Museo Cappella Sansevero: Alessandro Haber dà a voce al mito delle Macchine Anatomiche (VIDEO)

Il noto attore è protagonista di una video performance che sarà dal 9 giugno online in cui interpreta le poesie di Gabriele Tinti, alcune delle quali sono dedicati ai leggendari scheletri custoditi nella cavea del museo

La poesia di Gabriele Tinti, legata a performance di artisti e attori di fama internazionale, sono ormai il fiore all’occhiello del Museo Cappella Sansevero.

La Cappella, esempio della bellezza barocca, alimenta la creatività e il mondo interiore di Tinti, tanto che le sue parole sembrano trovare la giusta dimensione tra i marmi e le opere d’arte custoditi.

Affascina chiunque varchi il suo ingresso: poche settimane fa Bono Vox, tra una prova e l’altra del suo spettacolo-evento al Teatro di San Carlo, ha fatto di tutto per visitarla e vedere il Cristo Velato e ultimo, solo in ordine di tempo, è stato l’attore Alessandro Haber che ha chiesto espressamente di essere accompagnato a vedere il Cristo Velato, subito dopo aver interpretato il reading con i testi poetici di Gabriele Tinti dedicati alle Macchine Anatomiche collocate nella cavea del museo.

Attraverso le poesie di Gabriele Tinti, Haber dà voce ai due scheletri di un uomo e di una donna in posizione eretta, con il sistema arterovenoso quasi perfettamente integro. Mistero e mito ruotano attorno a quelle macchine realizzate dal medico palermitano Giuseppe Salerno, alcune fonti settecentesche poste di recente in evidenza attestano che la macchina anatomica maschile fu acquistata nel 1756 da Raimondo di Sangro, in seguito a una esibizione pubblica tenuta a Napoli. La leggenda, poi ripresa da Benedetto Croce, ha sempre alimentato la storia che il principe abbia fatto gli esperimenti iniettivi su corpi reali di persone per ottenere l’effetto che oggi tutti vediamo nella vetrina delle bacheche che mostra i corpi nei suoi dettagli.

Una video performance speciale

La performance interpretata da Alessandro Haber è pensata per un video speciale registrato per essere visibile online sui canali del museo dal 9 giugno.

Gabriele Tinti con la complicità del team del Museo Cappella Sansevero, capitanato dalla presidente Maria Alessandra Masucci, ripete un’operazione già avvenuta con successo nell’estate 2021 con il regista Abel Ferrara che in quell’occasione si è prestato a dare corpo alle parole scritte da Gabriele Tinti.

“Sono una serie di poesie, in parte tratte da Sanguinamenti, il mio libro pubblicato da La nave di Teseo, altre invece sono composte proprio per l'occasione. Quando si ha di fronte alle macchine anatomiche non ho potuto far altro che parlare di sangue, facendo i conti con la nostra paura, per la morte, per la sofferenza. Il sangue è sempre legato al rito del sangue, a un rito del passaggio. In un luogo esoterico come la Cappella Sansevero, tutto ciò è tangibile” spiega Gabriele Tinti, poeta molto apprezzato da attori come Kevin Spacey che hanno accettato di collaborare con lui aderendo a progetti non lontani da questi in cui la Cappella Sansevero è stata oggetto d'ispirazione.

Alessandro Haber protagonista del reading

“Alessandro Haber è un grandissimo attore. Sentirlo leggere questi miei versi, ogni ogni volta dà un tono, una musica, un'interpretazione diversa che arricchisce la parola” afferma Tinti raccontando di come abbia inciso il contributo di Alessandro Haber su questo reading al Museo Cappella Sansevero.

La registrazione per la video performance è stato anche un momento in cui Haber ha incontrato i giornalisti.

La sua devozione va al teatro dove di recente ha portato proprio a Napoli La Signora del Martedì con Giuliana De Sio diretto dal regista napoletano Pierpaolo Sepe, l’attore bolognese è noto per aver lavorato con autori come Mario Monicelli, Nanni Loy, Veronesi, Bellocchio, Bertolucci e Nanni Moretti.

Non ha mancato di ricordare il legame con la città di Napoli che rinnova con il teatro e con eventi come questo dove la poesia ha un ruolo centrale. Proprio in questi eventi Haber si confronta con i ragazzi con cui ancora si identifica, ricordando quando da giovane studente di recitazione ha conosciuto Pier Paolo Pasolini a Roma.

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