rotate-mobile
Mercoledì, 17 Aprile 2024

Adriano Pantaleo: “Lina Wertmüller e Io speriamo che me la cavo mi hanno reso l’uomo che sono”

Intervista all’attore napoletano che ha ideato Noi ce la siamo cavata docufilm che celebra i 30 anni del cult della regista premio Oscar alla carriera. Domani l’anteprima al cinema Vittoria

“Credo che a Lina Wertmüller sarebbe piaciuto Noi ce la siamo cavata, perché c'è tanta onestà nel raccontare queste storie, queste queste vite di questi ragazzi, di questi uomini, di queste donne che che si mettono anche un po' a nudo. Tra l'altro, Lina è stata la prima persona a cui ho chiesto di poter fare questo documentario. Mi ha incoraggiato, dicendomi che avrei dovuto fare assolutamente questo progetto che lei trovava bellissimo” racconta l’attore Adriano Pantaleo che dopo la presentazione al 40° TFF Torino Film Festival è pronto a debuttare il 10 gennaio nelle sale con Noi ce la siamo cavata, il docufilm di Giuseppe Marco Albano che celebra i 30 anni di Io Speriamo che me la cavo il film cult diretto dalla regista premio Oscar alla carriera Lina Wertmüller, tratto dall'omonimo best seller di Marcello D'Orta, interpretato da Paolo Vilaggio.

Una Reunion dopo 30 anni

L’idea di Noi ce la siamo cavata è nata ad Adriano Pantaleo nel 2020 con l’avvicinarsi del trentennale dell’uscita del film e la consegna dell’Oscar alla carriera a Lina Wertmüller. Adriano Pantaleo e Giuseppe Marco Albano, ne hanno parlato subito a Lina, entusiasta del progetto e che proprio al documentario ha concesso l’ultimo affettuoso contributo poco prima della sua scomparsa nel dicembre 2021.

Pantaleo, oltre a essere coautore e co produttore del docufilm, è anche il filo conduttore di questa storia. Si mette alla guida di uno scuola-bus per ritrovare i suoi ex compagni della terza B della scuola elementare di Corzano, dove il maestro genovese Marco Sperelli (Paolo Villaggio) venne trasferito per errore. Da Torino ai dedali dei quartieri di Napoli, passando per la periferia, Adriano parte per incontrare, confrontarsi e scoprire le storie di quei bambini di ieri con cui ha condiviso quest’esperienza che gli ha cambiato la vita.

Il racconto delle vite di quei ragazzini, che il grande successo di pubblico all’epoca ha reso famosi in tutta Italia, diventa l’occasione per far rivivere ricordi e scoprire se ‘anche loro se la sono cavata’. Per alcuni la vita non ha avuto un andamento lineare, ma tutti quei piccoli attori selezionati dopo migliaia di provini, e che oggi sono madri e padri, alla fine hanno trovato la propria strada e non hanno mai dimenticato.

Tra i protagonisti del viaggio ci sono Isa Danieli, Gigio Morra, Paolo Bonacelli, il produttore Ciro Ippolito, il co-sceneggiatore Andrej Longo, la casting director Maria Rosaria Caracciolo e Ciro Esposito, l’unico dei piccoli protagonisti che come Pantaleo ha continuato a fare l’attore.

Da bambini della 3 B di Corzano a genitori

Un modo affettuoso e divertente, tra ricordi e interviste ai protagonisti, che mostra cosa è accaduto a quei giovanissimi attori dopo che furono i protagonisti di un film di successo di Io speriamo che me la cavo.

Molti di loro, oggi, sono anche genitori di bambini dell’età che avevano loro quando hanno girato il film. In punta di piedi entrano anche loro in scena. Un suggestivo cerchio di vita che coinvolge e circonda chi guarda Noi ce la siamo cavata che dopo il passaggio al cinema sarà visibile sulle piattaforme.

“La partecipazione dei nostri figli crea questo doppio piano: il racconto di noi quando eravamo come loro. Cioè questo ci dà sicuramente la percezione di quanto tempo sia passato, di quanta vita sia passata tra quel film e noi oggi” afferma Adriano Pantaleo quando lo incontriamo al Teatro San Ferdinando dov’è impegnato in questi giorni con Francesco Di Leva e Giuseppe Gaudino in Scalo Marittimo, particolarissimo adattamento di Raffaele Viviani del regista Giuseppe Miale di Mauro in cui un'antica storia d'emigrazione è narrata da un coro di musicisti di origini africane.

Vedere sua figlia e i bimbi degli altri protagonisti di Io speriamo che me la cavo fa venire in mente ad Adriano come sia cambiata l’interazione con i più piccoli: “Una cosa è certa, la percezione del bambino, del minore, in questi tempi, è totalmente diversa. Quello era un film che veniva fatto sulla scia di quello che possiamo definire il neorealismo. Molti di noi siamo stati scelti per strada, venivamo fermati dalla casting, Rosaria, Caracciolo che ci diceva ‘vieni, vieni. Sei perfetto!’. Ci faceva un'intervista, poi veniva a casa a parlare con le nostre famiglie, una cosa che, oggi ,sarebbe impensabile. Subito, scatterebbe l’arresto. Quindi credo che guardando i nostri figli e pensando a noi di allora, sicuramente si son fatti dei passi avanti in questo. Però, al tempo stesso, credo che si sia persa un po' di spontaneità con quel vivere sano e spensierato che noi avevamo ma che da genitore io faccio fatica a trasmettere”.

L’anteprima alla Vigilia della Befana

Prodotto da Mediterraneo Cinematografica e Terranera, con il contributo di Regione Campania e la collaborazione di Film Commission Campania, sarà distribuito al cinema da Lo Scrittoio. Il film sarà poi distribuito on demand da CG entertainment e sarà disponibile sulle principali piattaforme: CG tv, iTunes, Apple Tv, Prime Video, Chili, Google Play, Rakuten.

Domani, giovedì 5 gennaio, ci sarà la prima anteprima di Noi ce la siamo cavata al cinema Vittoria di Napoli alla presenza del regista e del cast inaugurando un calendario fitto di proiezioni lungo tutta la penisola a partire dal 10 gennaio.

Video popolari

Adriano Pantaleo: “Lina Wertmüller e Io speriamo che me la cavo mi hanno reso l’uomo che sono”

NapoliToday è in caricamento