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Cultura

Detti napoletani: perché si dice “Me staje abbuffando ‘a guallera”

L’espressione viene utilizzata per riferirsi a qualche rompiscatole che sta dando fastidio con il suo atteggiamento

Perchè si dice “Me staje abbuffando ‘a guallera”? A spiegarcelo è il libro "Come se penza a NNapule. 2500 modi di dire napoletani", commentati da Raffaele Bracale e a cura di Amedeo Colella.

Letteralmente significa “Mi stai gonfiando l’ernia”. Mi stai tediando, mi stai oltremodo infastidendo, procurandomi una figurata enfiagione (gonfiore) dell’ernia. La locuzione si ritrova con gran risentimento sulla bocca di chi, già tediato di suo, veda aumentare a dismisura il proprio fastidio, per l’azione di un rompiscatole che insista nel suo disdicevole atteggiamento. Il termine “guallera” (ernia) è mutuato dall’arabo “wadara”, di pari significato, e con questo termine il napoletano indica la vera e propria affezione erniale dove che sia ubicata, ma anche, per traslato, il sacco di scortale (ed è a quest’ultimo che, con ogni probabilità, si riferisce la locuzione, presentandosi, data la sua sfericità, ad essere sia pure figuratamente gonfiato).

Di seguito altre locuzioni icastiche simili a quella in epigrafe, che vengono usate a secondo il grado del tedio che si prova:

  • la prima, mutuata dall’ambito culinario, proclama: “Me stage facendo ‘a guallera a pezzuola (mi stai facendo l’ernia alla pizzaiola), quasi che l’ernia fosse possibile cucinarla con olio, pomodoro, aglio e origano a mò di una fettina di carne;
  • altra locuzione usata è quella che mutuata dal linguaggio del lavoro d’ebanisteria, proclama “Me stage scartavetrando ‘a guallera” (mi stai levigando l’ernia con la carta vetrata);
  • infine, esiste una locuzione che, mutuata dall’ambito sartoriale -, nella sua espressività barocca, se non rococò, afferma: “Me staje facendo ‘a guallera a plissé" (mi stai facendo l’aria plissettata), quasi che fosse possibile trattare l’ernia come una gonna, pieghettandola longitudinalmente in modo minutissimo.
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