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"Basta panino gourmet": il ritorno alla tradizione (ma con la blockchain) di due fratelli di Gragnano

Targato NA apre i battenti nel cuore del quartiere collinare e vuole restituire una food experience non viziata dalla rincorsa all’ingrediente eccessivamente ricercato o all’immagine sofisticata a tutti i costi

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di NapoliToday

Una filiera non proprio a chilometro zero ma a chilometro 33, quanti quelli che separano Napoli da Gragnano; una rete atta a valorizzare i produttori locali in questo raggio d’azione; soprattutto, la volontà di tornare al panino buono di un tempo scrollandosi i lustrini del “panino gourmet” che ormai impazza, mettendo al centro semplicità e genuinità degli ingredienti. È la sfida che Nicola e Alfonso Ferraioli, due fratelli gragnanesi, lanciano nella città che amano e in un quartiere che sicuramente di pub ne ha a bizzeffe. Il nuovo “Targato NA” aprirà i battenti nella serata di venerdì 22 luglio in via II Malatesta 1, nei pressi di via Belvedere, nel cuore del quartiere collinare. “Il nostro scopo, quello che le aziende ‘importanti’ chiamano mission, è solleticare il palato dei nostri clienti con i sapori di un tempo”, spiega Alfonso Ferraioli, consulente marketing e innovation manager, alla sua prima da imprenditore. “Nessuna contaminazione, nessuna industrializzazione: i nostri panini non sono alterati, dunque, da creme e salse varie”. Gli fa eco il fratello Nicola, già attivo a Gragnano con il suo concept di street food: “La nostra idea è quella di panini freschi sfornati al mattino, verdure dell'orto del nonno e del produttore di provincia, carne selezionata da macelli locali, ogni cosa fatta in casa, birra artigianale partenopea e case vinicole campane”. La volontà dei fratelli Ferraioli è quella di ricreare un concept forse un po’ smarrito di accoglienza, una food experience non viziata dalla rincorsa all’ingrediente eccessivamente ricercato o all’immagine sofisticata a tutti i costi. Il tutto a favore, invece, di un approccio più umanocentrico al pub. “Siamo dell'idea – spiegano Nicola e Alfonso – che il cliente sia al centro del nostro progetto: vogliamo conoscerlo, parlarci, coccolarlo. Inoltre, punto anche questo importante, vogliamo offrire un prodotto che sappia di buono, familiare, semplice, casereccio... no gourmet, in sintesi! Senza discriminazioni per chi lo fa, ovviamente. Semplicemente, vogliamo essere l’alternativa”. Mettere al centro la tradizione, i suoi sapori e la semplicità non deve far pensare però a un “Targato NA” orientato al passato. Al contrario, l’ambiziosa missione dei fratelli Ferraioli è quello di creare una blockchain della genuinità campana, capace di certificare una filiera virtuosa di produttori campani di lungo corso. “La tendenza del marketing gastronomico – spiega Alfonso Ferraioli – è il mostrare all'utente il dietro le quinte in cucina. Noi vogliamo andare oltre: mostrare al nostro cliente da dove proviene il pane, le verdure, la carne, la birra che assaggia nel nostro locale. Ma non sarà puro e semplice storytelling: il nostro scopo è creare una vera e propria filiera certificata e tracciata con sistema blockchain. Tradizione ed innovazione saranno il nostro mantra nei prossimi anni”.

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