I 7 contorni napoletani più famosi
Dai friarielli al peperoncino alle melanzane a funghetto, dalla scarola alla napoletana alle zucchine alla scapece: chi li ha inventati e qual è la ricetta per prepararli
La tradizione culinaria partenopea comprende un’infinita varietà di pietanze con una lunga tradizione che richiamano sia i sapori del mare che quelli della terra. Ad accomunare le ricette è quasi sempre l’origine: quasi tutte nascono dall’unione di ingredienti poveri o per riciclare il cibo avanzato, e naturalmente sono frutto della grande inventiva dei napoletani. Dopo l’elenco degli antipasti, dei primi e dei secondi piatti partenopei, vi proponiamo la lista dei contorni napoletani più famosi.
FRIARIELLI CON IL PEPERONCINO
Una pietanza dal gusto amarognolo e piccantino simbolo della tradizione culinaria partenopea. I friarielli sono una varietà di cime di rapa che crescono nelle aree interne della Campania. Anticamente venivano coltivati anche sulla collina del Vomero, chiamata per questo motivo “‘o colle d’ ‘e friarielle”. Il nome “friariello” deriverebbe, secondo alcuni, dal castigliano “frio-grelos” (broccoletti invernali), secondo altri dal verbo napoletano “frijere” (friggere). I friarielli nascono come piatto umile, cucinato dalle famiglie povere che non avevano disponibilità economiche. Si racconta che le donne del popolino (“le zandraglie”) si mettessero fuori le cucine del Palazzo Reale per contendersi, sbraitando e litigando tra loro, i rimasugli di cibo gettati via. Tra questi c’erano anche le cime della rapa, considerate dai cuochi reali scarti non utilizzabili in cucina. Ma come si cucinavano le cime di rapa? Venivano “ammonnate” (cioè mondate delle parti non adatte alla frittura), lavate e, ancora bagnate, gettate in padella insieme allo strutto ("a nzogna”), l’aglio, il sale e il peperoncino rosso piccante. Oggi lo strutto ha ceduto il posto all’olio extravergine di oliva, il più stabile alle alte temperature necessarie per friggere. I friarielli vengono serviti come piatto unico, associati a piatti di carne - il connubio perfetto è con la salsiccia di maiale come recita anche il detto napoletano “'A sasicc' è 'a mort d' 'o friariell’”-, o sulla pizza, non a caso “’A pizza ch’e friarielle” è stata la prima variante (dopo la Margherita) della pizza.
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