rotate-mobile

Cosa abbiamo visto a Chiancheria Gourmet | VIDEO

La ristomacelleria con tartarbar svela i suoi segreti

Nomen omen dicevano gli antichi: Chiancheria Gourmet, dunque, si rivolge ad un pubblico di carnivori che nel piatto vogliono il massimo, inteso come perfezione nella frollatura, nella cottura e nelle bevande d'accompagnamento, si tratti di vino, birra o drink. In via Gaetano Salvatore, 457, alle spalle del Policlinico federiciano, alla base di un agglomerato di palazzine, il locale è stato allestito con gusto: sala ampia dal soffitto altissimo, saletta soppalcata che a chi vuole consente riservatezza, un privèe con grande vetrata sulla sala e pareti arredate con vini di pregio, vetrina delle carni, brace a vista e tartabar, il locale è il terzo del format inaugurato nel 2016 nel casertano, a VairanPartenora, e segue quello di Roma aperto nel 2019. Si contraddistingue per la triplice proposta:  hamburgeria, steakhouse e aperitivi. Si può dunque scegliere tra panini con varie farciture, tagli al piatto e diversi stuzzicanti abbinamenti per i drink.

Il concept appartiene al Gruppo Le Due Torri (con  Agristor Le Due Torri, Le Due Torri Event e Pizzeria Binario1) che - ha detto il patron Salvo Passariello - lavora nell'ottica del benessere inteso a 360°, secondo sostenibilità assieme ambientale, sociale ed economica, e seguendo la virtuosità dell’economia circolare.

Chiancheria gourmet (foto A. De Cristofaro - NapoliToday)

Del locale partenopeo, oltre lo stile, convincono decisamente la professionalità perfettamente coniugata alla cordialità del team: lo chef-executive Giuseppe Auricchio, lo chef-resident Paolo Nappa, il maitre-sommelier Giuseppe Ventriglia, il bartender Cristian Nappa, il direttore Pasquale Rusciano, il frizzante Massimiliano Bruno Gallo, laurea in scienze enogastronomiche, responsabile del controllo qualità oltre che estensore della carta degli oli. Alla brace, per la serata coordinata dal giornalista Renato Rocco - l'istrionico executive chef del locale di Vairano, Domenico Magliocca, alle prese con arrosticini formula speciale, bombette pugliesi, un saporitissimo hamburger e biancostato, mentre in cucina si lavorava a vari contorni, casatielli, schiacciate e ad uno dei piatti forti del format: la genovese, tirata a cottura complessivamente per più di 15 ore. In carta non mancano le proposte per chiudere in dolcezza 

Segreti gourmet

Affabili e gentili gli chef hanno rivelato alcuni dei loro segreti: innanzitutto l'ossidazione, cioè il colore tendente al bruno, della carne cruda ne indica i livelli di frollatura. In estrema sintesi, è una cosa assolutamente buona. La carne andrebbe gustata poi ad una temperatura interna che non superi i 48°, in modo da conservare sapore e succhi: gli chef la misurano con il pollice, noi possiamo accontentarci di un termometro per arrosto. La genovese richiede 3 chili di cipolle per ogni chilo di carne e va cotta tanto, tantissimo, non meno di 13 ore. 

Si parla di

Video popolari

Cosa abbiamo visto a Chiancheria Gourmet | VIDEO

NapoliToday è in caricamento