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Cronaca

Whirlpool, il vescovo scrive a politici e imprese: "Ora un tavolo permanente"

Monsignor Mimmo Battaglia punge le istituzioni: "Accogliamo con speranza la disponibilità del Governo, ma non devono esserci ulteriori rinvii per queste famiglie"

Se non è un'entrata a gamba tesa poco ci manca. Il vescovo di Napoli Domenico Battaglia torna a parlare della Whirlpool e lo fa con una lettera indirizzata a politica e imprenditoria. Non c'è più tempo da perdere, scrive, bisogna dare risposte al disagio di queste famiglie. Una lettera che arriva a due giorni dal vertice in Prefettura che ha visto la partecipazione del ministro del Lavoro Andrea Orlando. Si è trattato dell'ennismo incontro interlocutorio con le parti sociali, in cui il ministro ha spiegato che ci sono stati intoppi dovuto al comportamento della multinazionale.

Da qui la preoccupazione dei lavoratori, accolta dal vescovo, di un ulteriore rinvio della loro vertenza. Ecco la lettera integrale di Battaglia: "Per amore della nostra terra, per la dignità del lavoro e per la solidarietà da esprimere quando il diritto al lavoro viene negato, a seguito del vertice di ieri in Prefettura a Napoli sull’emergenza lavoro, in particolare a riguardo dei 320 lavoratori licenziati di Whirlpool, la Chiesa di Napoli fa sentire la propria voce e la unisce a quanti sono stati delusi dai continui rinvii delle istituzioni governative. A quanti sono impegnati come senatori e deputati a rappresentare questa porzione di Sud, a quanti rappresentano istituzionalmente e politicamente il nostro territorio, a quanti hanno possibilità di intervenire per avere risposte adeguate, diciamo che è questo il tempo. Non è più solo il tempo delle proposte, ma il tempo delle risposte. Ogni risposta procrastinata rischia di essere una risposta fuori tempo. Siamo fiduciosi che questa disponibilità del Governo a farsi carico della continuità lavorativa degli ex-lavoratori di Whirlpool sia un segno di speranza. Ma, affinché non sia l’ennesimo rinvio, la Chiesa di Napoli chiede di favorire un tavolo permanente attorno al quale possano afferire il mondo dell’imprenditoria, quello della cooperazione, i sindacati e gli enti pubblici e privati per costruire risposte progettuali, organiche e strutturali, nella piena disponibilità a fare la propria parte per la città metropolitana di Napoli. In tal modo, assicurando maggior coinvolgimento nella programmazione dei fondi strutturali, potremo diminuire la tensione sociale per quelle famiglie che si son viste recapitare le lettere di licenziamento".

Al momento, lo scenario proposto dal Governo è quello di un consorio di imprese che si insedi nel polo di via Argine per convertirlo in centro di produzione per la mobilità sostenibile. Un progetto ancora piuttosto fumoso perché non sono noti gli imprenditori che sarebbero coinvolti, né quale sarebbe il piano industriale. Come se non bastasse c'è il tema della continuità lavorativa dei 320 operai che hanno ricevuto le lettere di licenziamento e per i quali non ci sono più ammortizzatori sociali. 

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