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Sabato, 20 Aprile 2024

Whirlpool, assemblea ad alta tensione. Scatta lo sciopero

Momenti di tensione tra lavoratori e sindacati dopo che il Governo ha annunciato la fine delle trattative con la multinazionale: "L'azienda prova a dividerci, ma dobbiamo restare uniti" La protesta degli operai prosegue: "La allargheremo a tutta Italia" l'annuncio di Cgil, Cisl e Uil

Sono volate anche parole forti all'assemblea degli operai Whirlpool, all'indomani della fumata nere che ha sancito la fine delle trattative per salvare lo stabilimento di Napoli. Si chiude il 31 ottobre, il terreno più fertile perché si consumi un tutti contro tutti. La proroga di sei mesi è tutto quello che il ministro allo Sviluppo economico Patuanelli è riuscito ad ottenere.

Molto poco se si pensa che lui stesso, e Luigi Di Maio prima di lui, hanno più volte annunciato che l'unica soluzione per Whirlpool sarebbe stato il rispetto del piano di reindustrializzazione su Napoli siglato nell'ottobre 2018. E' andata diversamente e non si possono biasimare gli operai che si sono sentiti traditi, presi in giro da chi aveva assicurato di sedersi al tavolo delle trattative con le carte giuste per vincere questa mano. 

Ma se il Governo esce sconfitto, anche i sindacati tornano a casa con le ossa rotte o, quantomeno, con una diploma di impotenza. Otto mesi passati al grido "No Napoli, no Whirlpool", mentre lo scenario che emerge dall'ultimo incontro istituzionale ha sancito il contrario: cioé la Whirlpool resta, lo stabilimento di via Argine no. Motivo per cui, la fiducia di una frangia di operai comincia a vacillare nei confronti di chi li rappresenta. "Perché, invece di aspettare, non avete pressato Governo e azienda?" chiede un lavoratore ai rappresentanti sindacali giunti in assemblea. "Il problema non è vostro, ma nostro che non potremo mettere il piatto a tavola" gli fa eco un'operaia.

Alla fine non c'è rottura, si prosegue con la protesta perché "...questo è il momento di restare uniti, la nostra divisione farebbe felice la dirigenza Whirlpool" sostengono i sindacati. Restano le crepe, soprattutto nell'animo di chi dal 31 maggio scorso presidia la fabbrica di via Argine in attesa di una soluzione annunciata più volte ma mai arrivata. "Prendiamo atto che l'azienda voglia disinvestire in Italia - spiega Barbara Tibaldi, della segreteria nazionale Fiom-Cgil - perché è pronta a chiedere altri ammortizzatori sociali per altri stabilimenti. Faremo diventare Napoli una vertenza nazionale, a partire dallo sciopero a Varese, cuore della Whirlpool".

Dito puntato anche contro il Governo: "Abbiamo sicuramente commesso qualche errore di comunicazione - ammette Antonello Accurso, segretario Uilm Campania - ma il nostro nemico resta l'azienda. Il Governo ci faccia sapere se vuole mantenere l'impegno di multare la multinazionale per il mancato rispetto dell'accordo oppure se erano solo parole al vento".  

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