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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Castellammare di stabia

Feste di matrimoni e comunioni senza il "permesso Siae": indagati albergatori

Notificati 46 avvisi di conclusione delle indagini preliminari nei confronti di altrettanti titolari di prestigiose strutture ricettive ed alberghiere della penisola sorrentina e della zona di Castellammare

I finanzieri del Comando Provinciale di Napoli hanno notificato, su disposizione della Procura della Repubblica di Torre Annunziata, 46 avvisi di conclusione delle indagini preliminari nei confronti di altrettanti titolari di prestigiose strutture ricettive ed alberghiere della penisola sorrentina e della zona di Castellammare di Stabia, indagati a piede libero per aver violato la legge sui diritti d’autore, che prevede una pena da 6 mesi a 3 anni di reclusione e una multa da 2.500 a 15.000 euro.

Le indagini della Tenenza di Massa Lubrense hanno consentito di scoprire che, in numerosissimi complessi alberghieri Castellammare di Stabia, Gragnano, Sant’Antonio Abate, Pimonte, Agerola, Lettere, Vico Equense, Meta, Piano di Sorrento, Sant’Agnello, Sorrento e Massa Lubrense, sono state festeggiate centinaia di cerimonie (battesimi, comunioni, matrimoni) oppure organizzati eventi musicali (concerti - serate danzanti) senza che i titolari delle strutture controllassero che fosse stato richiesto e/o rilasciato il “permessino S.I.A.E.” e quindi assolto il “diritto d’autore” come prevede la relativa normativa. Al fine di acquisire prove certe dei reati, in alcuni casi i finanzieri si sono “infiltrati” negli eventi confondendosi tra gli invitati, oppure fingendo di organizzare una cerimonia.

L’attività odierna conclude l’operazione denominata “Regno Pulito”, che aveva già portato all’esecuzione, nell’agosto del 2012, di oltre 70 perquisizioni nei confronti degli uffici della circoscrizione mandataria della S.I.A.E. di Castellammare di Stabia e Sorrento, oltre che di note discoteche, prestigiosi alberghi e ristoranti ed aveva consentito, nel maggio del 2013, di eseguire 4 misure cautelari nei confronti di alcuni accertatori appartenenti alla S.I.A.E. per corruzione, abuso d’ufficio, falsità ideologica e rilevazione del segreto d’ufficio perché non versavano nelle casse dell’ente le tariffe pagate per il rilascio del “permesso”. 

Lo scorso aprile, sempre i militari della Tenenza di Massa Lubrense hanno eseguito un decreto di sequestro “per sproporzione” aggredendo patrimoni illecitamente accumulati da 2 accertatori S.I.A.E. per un valore complessivo di circa 2 milioni di euro e notificato i primi 9 avvisi di conclusione per i 4 accertatori e per altri 5 soggetti coinvolti nella vicenda penale, tutti indagati per corruzione, peculato, abuso d’ufficio, falso ideologico e rilevazione del segreto d’ufficio.

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