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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca San Lorenzo / Via dei Tribunali

Travolta da una moto ai Tribunali, il compagno: "Lei a terra con la paranza che ci minacciava"

La testimonianza del ristoratore Raffaele Del Gaudio, titolare di "Cala la pasta" ai Tribunali

Veronica inizia a reagire alle cure dei sanitari, non è più in rianimazione. La donna investita da una moto sabato 15 maggio all'esterno del locale del compagno, “Cala la pasta” in via dei Tribunali, sta leggermente meglio. È proprio Raffaele Del Gaudio, il suo fidanzato, a confermarlo al Corriere del Mezzogiorno in un'intervista. Il percorso per lei però è ancora lungo.

Il ristoratore ha raccontato di un'insostenibile clima di minacce ricevute, nonostante fosse lui la vittima. “Ti uccidiamo”, gli hanno detto dei ragazzini mentre aspettava l'ambulanza, perché coprisse l'investitore. “Li ho riconosciuti tutti e li ho segnalati. Qui molti si girano dall’altra parte, io non l’ho mai fatto”.

Del Gaudio sottolinea di amare Napoli. “Napoli merita sviluppo, i suoi figli non possono tradirla. Abitiamo con Veronica in un quartiere difficile, ma per fortuna abbiamo una mente aperta avendo anche viaggiato molto. Non ci spaventiamo facilmente. Siamo sì osservatori della criminalità dilagante, dell’assenza di controllo da parte delle forze dell’ordine. Siamo coscienti come tutti che qui si spaccia, si delinque. E con gli altri commercianti abbiamo sprecato tempo e carta per depositare innumerevoli denunce. Ma l’amore per la città è sempre stato più forte”. Del futuro ne riparlerà con la compagna quando starà bene.

“Chissà se Veronica un attimo prima di essere travolta si è resa conto – ha aggiunto il ristoratore – Se ha pensato: ora mi uccidono. Quando l’ho vista riversa in strada priva di sensi ho creduto fosse morta. Venti minuti interminabili prima che la seconda ambulanza riuscisse ad arrivare”. Ma la scena più drammatica è venuta dopo: “Il ragazzo che l’aveva travolta è scappato ma tempo cinque minuti e la 'paranza' è venuta a farci visita. Io piangevo, tentavo di capire se Veronica respirasse e lo mi dicevano: sappiamo chi sei e veniamo ad accoltellarti. Mi minacciavano, sono entrati nel locale hanno bloccato i miei fratelli e i dipendenti. Questa è stata la barbarie. Ed è questa la scena che non dimenticherò mai. Li ho visti tutti in faccia, li ho segnalati alle forze dell’ordine”. Spiega di non aver paura, di aver denunciato tutto con un video.

Intanto la famiglia di Veronica è arrivata dal Cile, da dove lei proviene. “Si sono stabiliti a casa nostra, anche loro increduli. Preoccupatissimi. Vivono i un paese dove il crimine è dilagante, dove ancora oggi in certi quartieri le ragazze vengono stuprate per strada. Per loro Veronica qui era al sicuro. Invece hanno rischiato di perderla. E io sono qui sotto ad aspettare segnali di ripresa. È viva, e questo conta. Ma il percorso di guarigione sarà lungo e difficile”.

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