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Cronaca

Scandalo abiti usati destinati ai poveri ma venduti illegalmente in Africa ed Europa dell'Est

Gli abiti usati contenuti nei cassonetti gialli delle città erano venduti illegalmente da un'organizzazione criminale. Tredici persone sono accusate di associazione a delinquere

Gli abiti usati contenuti nei cassonetti gialli, sparsi nelle città, non finivano ai poveri, ma venivano venduti in paesi dell'est Europa, del Nord Africa e del Sud-Africa, senza essere peraltro igienizzati.

Sono accusate per tale ragione di associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti speciali e alla violazione delle normative sulla tutela ambientale, le tredici persone finite agli arresti nell'operazione condotta dalla polizia di stato e dalla polizia provinciale tra Roma, Napoli, Salerno, Novara, Pavia, Macerata e Frosinone, nell'ambito di un'indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma.

L'organizzazione criminale, che vantava supporti logistici in ambito internazionale, si fondava su un accordo tra società e finte Onlus, che operavano per recuperare i rifiuti che, tramite un sistema di "conoscenze" per la ripartizione degli appalti distribuiti dall'Ama, stipulavano apposite convenzioni di igiene urbana volte all'affidamento diretto di servizi pubblici.

Sono nove le persone destinatarie di una ordinanza di custodia cautelare in carcere.

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