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Cronaca

Vaccini anti Covid e immunità: regole e consigli da seguire

Fondamentale la tipizzazione linfocitaria

Attualmente abbiamo 4 vaccini con diverse composizioni: Pfizer, Moderna , Astrazeneca e Johnson & Johnson.

I primi due hanno una composizione per cui viene iniettato mRNA per produrre la proteina Spike Sars Cov2, mentre Astrazeneca e il Johnson & Johnson hanno una composizione diversa, in quanto utilizzano un vettore virale che contiene una sequenza di DNA utile a far produrre dall'organismo del paziente la proteina Spike.

Produrre anticorpi contro la proteina Spike (proteina di cui il virus si serve per agganciare le cellule umane e penetrare diffondendo la malattia) vuol dire indurre l’organismo a formare anticorpi specifici che impediscano al virus di infettare le cellule bersaglio rendendolo di conseguenza innocuo.

Tuttavia ben più ampio è il ruolo del sistema immunitario. Nell’infezione da Coronavirus le cellule T riconoscono pezzi diversi del virus, per cui la memoria immunitaria determinata avrà la possibilità di protrarsi per un lungo periodo, a differenza della memoria immunitaria dei vaccini che si basa sul semplice riconoscimento della sola proteina Spike, risultando quindi parziale e temporanea. Attualmente non si è ancora in grado di prevedere la durata della copertura immunitaria dovuta al vaccino. Si potrebbe supporre, secondo uno studio australiano pubblicato su Science Immunology, che la memoria immunitaria indotta dal vaccino possa proteggere dalla reinfezione circa otto mesi, bisogna tuttavia tenere conto del fatto che il sistema immunitario va ad indebolirsi attenuandosi con l'età.

Quindi una delle cose che va maggiormente indagata è il ruolo del sistema immunitario. Bisogna accertarsi di essere di fronte ad un sistema immunitario normo-funzionante. 

Prima dell'entrata in vigore della vaccinazione, il focus dell’attenzione era rivolto al ruolo principale svolto dal sistema linfocitario, nello specifico l’azione dei linfociti T, purtroppo, in seguito, non si è approfondito l’aspetto dell’immunità, che a tutt'oggi non è preso adeguatamente in considerazione, per farlo basterebbero indagini assolutamente praticabili, come la tipizzazione linfocitaria.

Per dare solo un accenno al ruolo delle cellule T, esse sono quelle che nei soggetti non ancora vaccinati, se il sistema immunitario è normo-funzionante, determinano l'eliminazione del virus al primo contatto. Tutto ciò avviene perché, come già detto, le cellule T riconoscono pezzi diversi del virus rispetto a quelli riconosciuti dagli anticorpi e sono dunque indispensabili per determinare una memoria duratura.

 Il riconoscimento di un sistema immunitario normo-funzionante, sarebbe determinante nella scelta dei soggetti da vaccinare con priorità tenendo conto dello stato di funzionamento del sistema immunitario. A tale scopo è consigliabile praticare indagini come la tipizzazione linfocitaria.

A cura di:

Dott. Fabio Perricone Medicina Clinica e Sperimentale. Referente dei Centri S.C.O. dell’Ospedale Internazionale, Clinica Sanatrix e Clinica Ruesch.

Prof. Corrado Perricone Ematologo e già responsabile del Centro di Immunoematologia dell’AORN Santobono Pausilipon, già componente del Consiglio Superiore della Sanità

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