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Cronaca

Vaccinazioni Covid, record per i medici di famiglia: raggiunti 450mila cittadini

Partite già le terze dosi: "In un mese previste le prime 30mila inoculazioni"

Emergono numeri da record per quanto riguarda l'apporto della medicina di famiglia campana alla campagna di vaccinazioni anti-Covid. A tutto settembre risultano infatti somministrate dai medici di medicina generale 450mila dosi, delle quali 30mila a domicilio.
Particolarmente significativi i numeri a Napoli, dove i medici di medicina generale hanno inoculato 62mila e 500 dosi e realizzato 16mila vaccinazioni domiciliari.

"Questi dati – spiega Luigi Sparano, segretario provinciale Fimmg (Federazione Italiana Medici di Famiglia) – ci dimostrano con chiarezza l’efficacia del lavoro portato a termine dai medici di medicina generale nell’ambito dello sforzo vaccinale. Grazie alla capillarità degli studi e alla conoscenza che abbiamo dei nostri pazienti, infatti, siamo in condizione di raggiungere facilmente i cittadini e di convincerli dell’importanza di vaccinarsi. Ma soprattutto conoscendone la storia clinica possiamo ridurre di molto la possibilità che si creino eventi avversi e abbiamo ben chiaro il quadro delle priorità".

In molti studi – sottolinea ancora Fimmg – si stanno già oggi somministrando le terze dosi per le categorie di fragili individuate dalla circolare ministeriale. L’attesa dei medici di famiglia è di dover somministrate, solo per queste dieci categorie di fragili, circa 30mila terze dosi. Di queste tra le 6mila e le 8mila saranno domiciliari.

Per accedere a questo tipo di somministrazione sarà necessario però che il proprio medico di famiglia abbia scelto di vaccinare. Da Fimmg viene ribadito che la vaccinazione anti Covid "non può essere considerata una prestazione, erogabile quindi da chiunque come se si trattasse di vendere un’aspirina, ma va considerata per quello che è: un atto medico".

"ll nostro impegno è massimo – dice Corrado Calamaroil solo modo di sperare che la campagna vaccinale per la terza dose abbia successo è quello di affidarne le sorti a noi medici di famiglia. I grandi hub sono serviti allo scopo nella fase di avvio, ma ora serve un modello duttile e professionale. Un modello che si basi sulla conoscenza della popolazione e che sia proattivo nell’arruolamento dei cittadini, anche riuscendo a fare chiarezza sui tanti dubbi e sulle fake news che non mancano mai".

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