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Cronaca

Campania, tumori mammari in aumento tra le under 40

La denuncia nel libro "Campania, terra di veleni" di Antonio Giordano. Trent'anni di camorra e di rifiuti tossici non correttamente smaltiti costano un indice di mortalità più elevato al Sud

Cresce in modo "significativo" il numero dei tumori mammari in Campania. Questo il dato che emerge dal libro bianco 'Campania, terra di veleni' di Antonio Giordano, ricercatore e direttore dello Sbarro Institute for cancer research presso la Temple University e di Giulio Tarro, primario emerito dell'ospedale Cotugno di Napoli, realizzato in seguito a uno studio finanziato dal governo federale americano.

Nel volume, gli autori pongono l'accento sulla correlazione tra l'incremento delle malattie tumorali e lo smaltimento di rifiuti tossici. Secondo i dati riportati nel volume, edito da Il Denaro, tra il 2000 e il 2005 sono stati 40mila i casi di tumori non censiti di cui il 15% tra donne al di sotto dei 40 anni. Una ricerca che é stata successivamente ampliata fino ad arrivare al 2008. Di prossima pubblicazione, come spiegato da Giordano, un ulteriore lavoro in cui si evidenzia come i tumori mammari siano in crescita "soprattutto" tra donne di età compresa tra i 30 e i 35 anni e, dunque, come sottolineato, "in età pre screening".

Trent'anni di camorra e di rifiuti tossici non correttamente smaltiti - ha spiegato Giordano - costano alle zone di Napoli nord e di Caserta Sud un indice di mortalità del 9,2% in più fra gli uomini e del 12,4 per cento per le donne". Uniche soluzioni "possibili" sono la bonifica e la prevenzione.

"La mancanza di interventi di bonifica sul territorio - ha aggiunto il ricercatore - non ci consente di conoscere le tipologie di prodotti sversati e di conseguenza impedisce di capire che azioni mettere in campo". La Campania descritta e raccontata da Giordano è quella di "un laboratorio di cancerogenesi a cielo aperto, un laboratorio che consente di lavorare direttamente sull'uomo, bypassando gli studi sugli animali". Una situazione che è alimentata, secondo il ricercatore campano, emigrato negli Stati Uniti, "da tecnici e politici che continuano a negare il nesso di causalità tra i due fenomeni e da brillanti oncologi che continuano ad affermare che non c'é allarmismo".

Rifiuti che in Campania rappresentano un'emergenza dal 1994, venti anni in cui, come ha evidenziato Ignazio Marino in un videomessaggio, "nulla è cambiato e in cui sono state accumulate oltre 6 milioni di ecoballe. Siamo davanti - ha aggiunto l'esponente del Pd - a una sfida epocale per tutto il Paese perché la Campania e Napoli sono un patrimonio del Paese e non soltanto responsabilità' di alcune Regioni o amministrazioni". Al Governo l'appello di Marino affinché "si agisca tutti insieme con grande responsabilità e partecipazione dei cittadini". (Ansa)

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