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Cronaca

Tac e risonanze mai effettuate per truffare il Servizio Sanitario Nazionale: arresti

La truffa era finalizzata a ottenere rimborsi per costosissime prestazioni sanitarie che gli indagati avevano fatto risultare effettuate in favore di pazienti del tutto ignari

Sono stati disposti gli arresti domiciliari per i 5 amministratori di sette centri di diagnostica convenzionati con sede nelle province di Napoli e Caserta e per un medico di base, che sono accusati di aver truffato il Servizio Sanitario Nazionale.

I Carabinieri della Compagnia di Bagnoli hanno eseguito un’Ordinanza di Custodia Cautelare ai domiciliari emessa dal GIP di Napoli su richiesta della locale Procura. Sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla truffa al Servizio Sanitario Nazionale, di riciclaggio e di falsità materiale commessa da pubblico ufficiale.

Nel corso delle indagini della Stazione Carabinieri di Posillipo coordinate dalla Procura partenopea, partite nel 2015, dopo la denuncia di un medico di base, che non aveva riconosciuto la sua firma su una ricetta, sono stati ricostruiti i tutti i passaggi di una truffa al Servizio Sanitario Nazionale finalizzata a ottenere rimborsi per costosissime prestazioni sanitarie (TAC o Risonanze Magnetiche) che gli indagati avevano fatto risultare effettuate in favore di pazienti del tutto ignari.

Snodo focale della vicenda, l'appropriazione da parte di un impiegato amministrativo dell'Asl di Napoli 2 di Ischia di un numero consistente di ricette mediche (circa 4mila) denunciate come rubate, ma in realtà attribuite a medici di base inconsapevoli di tale raggiro. 

Le ricette venivano utilizzate per prescrivere esami diagnostici costosissimi (mai eseguiti), il cui costo ricadeva puntualmente sul Servizio Sanitario Nazionale.

Il danno all'Erario si aggira attorno ai 150mila euro. 

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