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Cronaca

Camorra e superbonus edilizia, inchiesta sull'asse Perugia-Napoli

Ipotizzati crediti fasulli per oltre 20 milioni

Coinvolgerebbe anche dei napoletani, con precedenti penali, l'inchiesta sul “bonus facciate” e su crediti fasulli per oltre 20 milioni che sta portando avanti la Guardia di finanza di Perugia. Il Gip ha già emesso un decreto di sequestro preventivo per 9 milioni di euro ai danni delle quattro società ritenute coinvolte.

L'agevolazione fiscale al centro della presunta frode è quella introdotta dal Governo per rilanciare l'economia dopo la crisi pandemica, in pratica la detrazione d'imposta delle spese sostenute per interventi volti a restaurare gli esterni degli edifici.

L'inchiesta

I finanzieri hanno analizzato i crediti di imposta cedibili a terzi e utilizzabili in compensazione di debiti tributari, mediante modello F24, o monetizzabili presso banche ed altri intermediari finanziari prodotti dalle quattro società. È emerso che una società, operante nel settore della consulenza aziendale, con sede legale fino alla seconda metà del 2020 a Spoleto e poi spostata a Roma, risultava non operativa e con un solo dipendente, residente a Perugia, fino al mese di dicembre del 2021.

La società in questione attraverso una serie di cessioni da parte di imprese – queste risultate prive di struttura ed operatività aziendale – e di persone fisiche – con precedenti penali e scarso reddito, soprattutto residenti a Napoli – avrebbe acquisito i crediti fasulli, creati apposta per accedere al bonus, in parte ancora presenti nel proprio cassetto fiscale e ancora ceduti ad intermediari finanziari e, quindi, monetizzati.

Il sequestro preventivo e l'accusa

Per i militari sono emerse “evidenti incongruenze fiscali, economico e finanziarie” sia in riferimento ai soggetti che hanno generato i crediti sia per quanto riguarda la società che aveva acquisito e monetizzato gli stessi attraverso il “bonus facciate” con transazioni anomale e dei dati falsi. Il gip di Perugia ha ritenuto corretta la ricostruzione della Guardia di finanza e disposto il sequestro delle quote societarie e di crediti, attualmente presenti nel cassetto fiscale, pari a 9 milioni di euro con l’accusa di truffa ai danni dello stato.

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