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Cronaca

"Tre anni di attesa per la rimozione di un tumore": la denuncia del M5S Campania

La risposta della Direzione Regionale del Cardarelli: "Avviate le dovute verifiche. Realtà molto differente"

"Nel 2015 un paziente si è prenotato per un intervento di rimozione di un tumore alla prostata e dopo tre anni un’operatrice lo ha contattato per chiedergli se fosse ancora 'interessato'. Un caso gravissimo, accaduto al Cardarelli e denunciato dall’associazione Assotutela. Non osiamo immaginare quali sarebbero state le conseguenze per questo povero paziente che, di fronte a un’assistenza pubblica indifferente a una patologia così grave e rispetto alla quale si dovrebbe intervenire con estrema urgenza, non si fosse rivolto a strutture private. Casi che non si ripeteranno mai più, se la Campania darà attuazione al nuovo Piano per la gestione delle liste d’attesa approvato nei giorni scorsi dal ministro Grillo e che ogni regione dovrà adottare entro 60 giorni”. A dichiararlo è la consigliera regionale della Campania del Movimento 5 Stelle Valeria Ciarambino, che ha presentato una mozione per impegnare la giunta regionale "a dare immediata attuazione a quanto previsto al Piano delle liste d’attesa".

"Nei prossimi giorni - spiega in una nota la consigliera Ciarambino - inoltreremo una segnalazione al Cardarelli per chieder conto di questa vicenda assurda e per capire se e quanti altri casi di questo genere si siano verificati. Vigileremo, inoltre, affinché il cronoprogramma stabilito venga rispettato. Non possiamo più consentire che si debba aspettare fino a tre anni per un intervento di natura oncologica. Né che l’unica alternativa per i nostri pazienti sia rappresentata dalle prestazioni in regime di intramoenia. Il nuovo Piano comporterà una totale semplificazione di tutte le procedure e la totale trasparenza delle prenotazioni, con la possibilità di accedere in ogni momento alle agende attraverso sistemi informativi aziendali e regionali. A causa dei tempi biblici delle liste di attesa, la Campania paga 300 milioni l’anno di emigrazione sanitaria. Risorse potranno finanziare azioni di miglioramento della qualità dell’assistenza". 

La direzione generale dell'Ospedale Cardarelli ha diffuso una nota a tal riguardo: "In merito alle notizie per le quali un paziente avrebbe 'atteso tre anni prima di essere chiamato per un intervento di rimozione di un tumore della prostata', la direzione generale del Cardarelli fa sapere che, avviate le dovute verifiche, è emersa una realtà molto differente da quanto riportato. I dati certificati risultanti dai sistemi di gestione dell’Azienda Ospedaliera Antonio Cardarelli mettono in luce una realtà inconfutabile: al Cardarelli le liste d’attesa per un tumore alla prostata sono in linea con quanto previsto dal Piano nazionale per le liste d’attesa. Vale a dire 30 o al massimo 45 giorni. Ciò che non emerge dalla denuncia è che il paziente in questione ha scelto di utilizzare le proprie conoscenze e amicizie personali per effettuare la prima visita. Così facendo si è sottratto al corretto iter di prenotazione e di gestione. Visitato, la diagnosi provvisoria è stata di adenoma prostatico benigno, (ingrossamento benigno della prostata) a seguito della quale il paziente ha scelto di farsi prenotare per un intervento di resezione (TURP). Resta inteso che se il paziente non avesse cercato scorciatoie amicali, sarebbe stato inquadrato in un percorso diagnostico più completo e corretto, consentendo di avere una diagnosi definitiva e quindi anche opportuni tempi di intervento. La scelta del paziente è stata invece quella di abbandonare il percorso diagnostico e terapeutico presso il Cardarelli. Una scelta che, proprio in forza dei rapporti amicali, era nota anche al reparto presso il quale l’uomo aveva avuto una prima visita. La chiamata a distanza di 3 anni è stata frutto dell’esigenza di sfoltire le liste d’attesa da pazienti che, pur avendo optato per altri percorsi assistenziali, non hanno sentito l’esigenza di cancellare la prenotazione liberando così una disponibilità occupata inutilmente. Ad oggi, l’informazione reale, quella che si deve trasferire all’utenza, è che il Cardarelli è in linea con quanto previsto dal Piano nazionale per le liste d’attesa. L’ospedale c’è ed è un punto riferimento essenziale nell’offerta sanitaria regionale. Sarebbe bene fare attenzione prima di mettere in cattiva luce un reparto che effettua 3.000 interventi l’anno sia in via endoscopica che robotica. Una divisione d’eccellenza che ha un turnover elevatissimo ed è riconosciuto  a livello nazionale".

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