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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca San Ferdinando / Via Giuseppe Verdi

Sulle imprese funebri ancora nessuna certezza: burocrazia in tilt

La commissione trasparenza convocata per discutere dell'argomento "trasporti funebri" propone la pubblicazione di una lista delle imprese accreditate sul proprio sito. Intanto sono passati quattro anni dalla legge regionale e manca ancora un regolamento

La commissione comunale Trasparenza presieduta da Domenico Palmieri (Gruppo Napoli Popolare) si è riunita oggi per affrontare il problema dei trasporti funebri - sollevato da una recente inchiesta della Procura di Napoli. La questione sul tavolo, dibattuta da consiglieri e funzionari comunali, risale a quattro anni fa, a una legge regionale del 2013 che sanciva le regole da adottare per le ditte di trasporti funebri: sui vincoli sanitari, sulle autorimesse, sui contratti per i dipendenti. "Le trentotto ditte autorizzate dal Comune di Napoli dovrebbero essere sorvegliate dal punto di vista sanitario, con i metodi indicati dalla legge regionale del 2013", ha spiegato il Presidente della commissione Domenico Palmieri, che ha poi chiesto ai funzionari: "Le direttive regionali sono state recepite?"

Commissione Trasparenza, sulle imprese funebri mani legate dalla burocrazia


Sono emerse a questo punto - fuori tempo massimo - le criticità della legge regionale, evidenziate anche dal funzionario del Servizio Cimiteri, l'avvocato Caputo: "Una legge che ammette discrezionalità e che prevede tre come numero minimo di dipendenti - quando per portare una bara ne servono quattro - è una legge concepita male", ha spiegato Caputo. Una lacuna della norme regionale a cui segue, però, l'immobilismo comunale, sottolineato dai consiglieri Brambilla (M5S) e Santoro (Misto): "Il Comune di Napoli", spiegano, "era tenuto a emettere un proprio regolamento che perfezionasse e modellasse la legge regionale sul contesto urbano di Napoli". 
Molte ditte, spiegano i presenti, approfittando delle falle nella legge regionale,"producono certificati falsi, hanno alcuni dipendenti che lavorano per due ditte: si instaura insomma un sistema di concorrenza sleale". La preparatissima dottoressa Perrone dell'ufficio SUAP, ha evidenziato che - da sola - deve far fronte a troppe emergenze sul territorio, nei più disparati ambiti. "Bisognerebbe controllare tutti", ha spiegato la dottoressa Perrone, "ma è fisicamente impossibile". Dunque una falla tecnico-politica-amministrativa, causata da un intoppo burocratico lungo quattro anni, in cui i privati sguazzano con metodi leciti e non, e che potrebbe danneggiare anche i cittadini. La proposta venuta fuori, condivisa dai presenti, prevede la pubblicazione, sul sito del Comune, della lista delle ditte autorizzate e dei relativi tariffari, "per permettere a tutti i cittadini, già disperati per la perdita di un caro, di non incappare in una truffa". 

Sulla controversa vicenda riceviamo e pubblichiamo la presa di posizione dell'ANIFA (Associazione Nazionale Imprese Funebri Artigiane):  

"Più che incertezza c'è molta speculazione, comunque vi informiamo che la determinazione n. 9 del 10 febbraio è stata impugnata al TAR Campania dall'ANIFA. Con la scusa della lotta all'abusivismo si sta cercando goffamente di truccare dinamiche libero concorrenziali. [...] Per amore di verità vi ricordiamo che i cittadini campani sono danneggiati non tanto da una eccessiva concorrenza (comunque non da noi auspicata), ma da un eccessivo ricorso al Racket come centinaia di inchieste giudiziarie in questi anni hanno evidenziato, leggere dal vostro articolo alcune dichiarazioni di politici e burocrati ci ha fatto accapponare la pelle. [...] I famosi quattro dipendenti assunti a tempo pieno e con rigorosissimi contratti a tempo indeterminato sono libere scelte imprenditoriali, non certo elementi oggetto di una legge. Nel settore funebre il contratto tipico è il contratto a chiamata". Firmato Piero Rulli, segretario ANIFA. 
 

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