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Cronaca Mercato / piazza Sanità

Rione Sanità: "Basta protagonismi personali, occorre rimboccarsi le maniche e pedalare"

Intervista a Luigi Maria Salerno, presidente dell'associazione Traparentesi Onlus che opera da diversi anni nel quartiere entrando in contatto anche gli amici di Genny, il 17enne ucciso

Dopo gli ultimi gravi casi di cronaca nera culminati in particolare con l'omicidio del 17enne Genny Cesarano, la Sanità è finita sotto la lente di ingradimento dei media locali e nazionali con ricostruzioni spesso stereotipate e gonfie di pregiudizi della vita giornaliera nel quartiere.

Napolitoday ha intervistato Luigi Maria Salerno, presidente dell'associazione Traparentesi Onlus che opera da diversi anni nel quartiere puntando ad includere giovani e migranti in particolare in attività ludico-sociali e legate al folklore con ottimi risultati. Tra l'altro con la Onlus era anche entrato in contatto proprio Genny visto che i suoi amici frequentavano assiduamente la sede dell'associazione nello storico istituto Froebeliano di Via Stella.

Luigi, quanto è difficile operare in un quartiere come quello della Sanità, finito inevitabilmente ancora una volta sotto i riflettori della cronaca nera dopo gli ultimi omicidi?
Ho cominciato a operare alla Sanità che avevo 24 anni. Da 8 anni che lavoro in quel territorio, ma ogni giorno continuo a scoprine aspetti nascosti. Provo quindi un po’ di imbarazzo per tutti coloro che periodicamente si improvvisano grandi conoscitori delle dinamiche che lo attraversano. Chi opera nel settore conosce bene le difficoltà del lavoro sociale, in cui è difficile scindere gli aspetti personali da quelli professionali. Anche a me è capitato di dover prendere dei momenti di distacco dal quartiere, perché finisci per assorbire tutte le energie positive e negative presenti. Però non riesco ad immaginare un luogo diverso dove investire l’esperienza maturata insieme agli membri dell’associazione di cui faccio parte, Traparentesi Onlus.

Di cosa si occupa l'associazione e le vostre attività a chi sono rivolte in particolare?
Traparentesi Onlus gestisce dal 2008 un centro socio-educativo al piano terra dello storico istituto Froebeliano di Via Stella. Abbiamo con passione restituito alla cittadinanza alcuni spazi pubblici caduti in stato di abbandono e radicato sul territorio servizi gratuiti per la comunità: recupero e reinserimento scolastico, laboratori educativi, carnevale di quartiere, campi estivi, segretariato sociale e corsi di italiano L2. Ogni anno operiamo con oltre 50 utenti, minori ed adulti sia italiani che migranti, e lavoriamo in rete con enti e altre realtà del territorio. Grazie al sostegno di alcune Fondazioni private riusciamo a garantire quotidianamente servizi di pubblica utilità senza costi per l’amministrazione. Le difficoltà continuano ad essere tante ma quello che più ci preme in questo momento è poter continuare ad operare al Froebeliano anche futuro, salvaguardando le tante attività in corso e avendo la possibilità di sperimentare nuove tipologie di interventi.

Come rispondono i giovani del quartiere a questi tentativi di inclusione e quali sono le attività che preferiscono tra quelle che offrite?
La nostra filosofia è sempre stata quella di non realizzare progetti educativi grandi ma estemporanei, non siamo interessati al riscontro mediatico ma crediamo sia più importante programmare interventi integrati di lungo periodo che siano sostenibili nel tempo. Non è un caso che le famiglie, potendo contare su un concreto e attivo presidio territoriale, da molti anni ci affidino con fiducia i loro figli. I ragazzi, a loro volta, sanno di avere uno spazio tutto per loro in cui vivere esperienze nuove e sanno anche di avere qualcuno che li supporta nel difficile passaggio dall’infanzia all’adolescenza. L’attività pratica che loro probabilmente apprezzano di più è l’organizzazione del Carnevale di quartiere, che ogni anno si conclude con una sfilata per i vicoli del Rione. Nel 2010 abbiamo fatto nascere questa nuova tradizione popolare alla Sanità, prendendo spunto dallo storico carnevale di Scampia. L’anno prossimo ricorrerà la settima edizione e proveremo ancora una volta a denunciare in maniera creativa le problematiche del territorio, riappropriandoci collettivamente di strade e piazze che spesso salgono agli onori della cronaca solo per fatti criminosi.

Conosceva Genny Cesarano? Che tipo di ragazzo era?
Lo conoscevo solo di vista quindi non mi permetto di esprimere giudizi sulla vicenda. Conosco invece bene alcuni dei suoi amici perché sono cresciuti nel nostro centro al Froebeliano. Mi ha fatto male rivederli dopo un po’ di tempo e ritrovarli spaesati e scoraggiati dal circo mediatico che si è creato intorno a loro, anche perché questo non gli consente di poter aver una sofferta ma sana elaborazione del lutto. Come Traparentesi stiamo pensando di organizzare qualcosa per quei bambini che venivano da noi quando erano piccoli e che ora sono diventati degli adulti ma le difficoltà sono tante e come detto non ci interessa mettere in piedi progetti pubblicitari solo per cavalcare l’ondata di interesse che si è generata intorno alla Sanità.

Cosa risponde a chi oggi dipinge la Sanità come un luogo dimenticato da Dio, dove ragazzini sparano all'impazzata anche per gioco?
Io penso che bisogna spezzare un pericoloso circolo vizioso che in molti quartieri complessi della città fa diventare, in maniera quasi automatica, un minore “a rischio” di oggi  un maggiorenne “colpevole” di domani.  Non si può passare costantemente dal pietismo alla condanna perché così facendo ci dimentichiamo che la vulnerabilità sociale di questi ragazzi non è una costante “etnica” ma una condizione che si autoriproduce a partire dalle disfunzioni del sistema politico ed economico.  E’ il momento di evitare protagonismi personali, di rimboccarsi le maniche e pedalare. Siamo consapevoli che ognuno deve fare la sua parte e confidiamo che le istituzioni siano in grado di offrire risposte concrete, anche supportando le tante realtà che come Traparentesi provano a portare avanti, dal basso, istanze di cambiamento.
 

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