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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Pozzuoli

Tragedia della Solfatara: gli imputati scelgono il rito abbreviato

Partita oggi l'udienza preliminare del processo a carico dei rappresentanti dell'azienda che gestiva il sito

Hanno richiesto “e ottenuto” tutti il rito abbreviato i sette imputati per il disastro della Solfatara, il cui processo si è aperto oggi, martedì 14 gennaio 2020, dinanzi al Gup del Tribunale di Napoli, ottava sezione penale, Egle Pilla. Alla sbarra i vertici della società che gestisce il sito naturalistico di Pozzuoli (da allora chiuso) dove il 12 settembre 2017 hanno perso la vita, durante una visita turistica, i coniugi veneziani Massimiliano Carrer e Tiziana Zaramella e il loro figlioletto Lorenzo. Il ragazzino, avvicinatosi alla zona della fangaia per scattare una foto, precipitò in seguito all’apertura di una voragine sotto i suoi piedi, che inghiottì uno dopo l’altro, stordendoli con i gas del sottosuolo, anche il papà e la mamma, precipitatisi a ruota nel vano tentativo di salvare il ragazzo. Sopravvisse solo il figlioletto più piccolo dei Carrer, che ha assistito impotente al dramma e oggi vive con la zia.

Più precisamente, per questa immane tragedia i sostituti procuratori hanno indagato, chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio per Giorgio Angarano, 72 anni di Pozzuoli, legale rappresentante della società, l’unico a richiedere l’abbreviato condizionato al deposito di una propria consulenza tecnica, ammessa dal Gup, e sei soci della stessa: Maria Angarano, 74 anni di Pozzuoli, Maria Di Salvo, 70 anni, di Pozzuoli, l’omonima Maria Di Salvo, 40 anni, di Napoli, Annarita Letizia, 70 anni, di Pozzuoli, e Francesco Di Salvo, 44 anni, di Napoli. A giudizio anche la stessa società in persona del suo legale rappresentante.

L’udienza è stata aggiornata al 4 marzo 2020 per la requisitoria dell'accusa, mentre il 12 e il 17 marzo toccherà agli interventi delle difese: se non verrà ravvisata la necessità di ulteriori attività istruttorie, la sentenza potrebbe arrivare appunto già il 17 marzo. Studio3A ha già chiuso il capitolo civile ottenendo un congruo risarcimento per i priori assistiti, innanzitutto per il bimbo sopravvissuto, ma adesso è chiaro che ci si aspetta che vengano riconosciute anche penalmente tutte le responsabilità di questo incidente.

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