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Cronaca Caivano

Azienda di Caivano coinvolta in un'inchiesta per traffico di rifiuti

Inchiesta in Puglia. Sette misure cautelari

I carabinieri del Comando per la Tutela Ambientale e del Comando Gruppo Carabinieri Forestali di Lecce, supportati dai Comandi Provinciali dell'Arma di Brindisi, Lecce, Latina, Roma e Napoli, hanno eseguito 7 provvedimenti cautelari disposti dal Gip presso il Tribunale di Lecce, su richiesta della locale Procura - Direzione Distrettuale Antimafia - , che ha coordinato le indagini, a carico di imprenditori del settore per l'ipotesi di associazione per delinquere; attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti e gestione illecita di rifiuti. L'indagine, convenzionalmente denominata 'Sangue Amaro' e condotta dai militari del Nucleo Operativo Ecologico di Lecce e del Nipaaf dello stesso capoluogo, ha avuto inizio verso la fine di ottobre del 2018, a seguito del controllo di un impianto di magazzinaggio di sottoprodotti di origine animale ubicata nel Comune di Oria (Brindisi), che si occupa dell'attività di recupero e smaltimento di scarti di origine animale. Le indagini condotte, nel corso del tempo, hanno permesso di accertare che il materiale ematico proveniente dalla macellazione degli animali, da gestire secondo una specifica filiera, veniva illecitamente smaltito all'interno di alcuni terreni e, in particolare in un pozzo nella disponibilità di uno degli indagati principali, con diramazioni anche fuori dal territorio pugliese, con il concorso di due aziende operanti una a Caivano (Napoli) e una a Latina. Gli indagati, ognuno con un proprio ruolo ben definito nell'organizzazione, al fine di conseguire un ingiusto profitto attraverso l'utilizzo di una cisterna, dopo aver ricevuto da numerosi mattatoi dell'area pugliese ingenti quantitativi di liquido ematico, redigendo falsi documenti di trasporto che attestavano il conferimento presso impianti autorizzati al trattamento, li smaltivano sul nudo terreno e mediante sversamento in un pozzo artesiano nella disponibilità degli indagati, ubicato all'interno di una proprietà privata di Francavilla Fontana (Brindisi).

Indagini

Nell'ambito delle indagini sono emerse reiterate condotte illecite da parte dei numerosi indagati, in ordine alla compilazione e ricezione di formulari di identificazione dei rifiuti contenenti dichiarazioni non veritiere, all'occultamento e/o distruzione di rilevanti quantità di rifiuti. A dimostrazione della gravità delle numerose condotte poste in essere e della spregiudicatezza degli indagati, il Gip presso il Tribunale di Lecce, nel suo provvedimento cautelare, nel motivare la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza riferisce come "le complessive condotte indagate attengano tutte ad un contesto di operazioni professionali e imprenditoriali per nulla incline al rispetto della normativa posta a presidio della salute pubblica, con gravi implicazioni in tema di procurato inquinamento ambientale che solo nel tempo si potranno concretamente apprezzare laddove il pericolo, concreto, che tanto si realizzi è ineluttabilmente evidente". In totale sono state segnalate le posizioni di 14 persone direttamente riconducibili alla gestione illecita di diverse società operanti nel settore della gestione dei rifiuti di varie province d'Italia. Circa 3 milioni di euro il valore dei beni sequestrati e 300.000 euro l'illecito profitto derivante dal non conforme smaltimento del liquido ematico. Nello stesso contesto il Gip ha disposto, tra l'altro, il sequestro dell'opificio riconducibile alla società di Francavilla Fontana (BR) e di una villa nella disponibilità degli amministratori della società. Circa 60 i Carabinieri impiegati nell'operazione.

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