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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

Toponimi "fascisti", tabula rasa dall'amministrazione: scompare via Vittorio Emanuele III

La strada di Secondigliano (diventerà via Vincenzo Di Maro, "medico eroe") è soltanto l'ultima dell'opera di rinnovamento toponomastico portata avanti dalla giunta de Magistris. Le parole dell'assessore Alessandra Clemente

Da Gaetano Azzariti a Vincenzo Tecchio, da Vittorio Emanuele III ad Alfredo Rocco. Sono molti i toponimi legati all'epoca fascista finiti negli ultimi anni nel mirino dell'Amministrazione comunale di Napoli guidata da Luigi de Magistris. "Siamo una città che ha fatto molte scelte in tal senso", spiega all'Adnkronos Alessandra Clemente, assessore del Comune di Napoli titolare della delega alla Toponomastica, annunciando il prossimo cambio di toponimo per una delle tante strade di Napoli intitolate a Vittorio Emanuele III, re d'Italia negli anni del fascismo e alla cui figura storica si contesta la promulgazione delle leggi razziali: dal prossimo 5 maggio, anniversario dell'alluvione di Sarno, via Vittorio Emanuele III nel quartiere Secondigliano diventerà via Vincenzo Di Maro, "medico eroe" originario del quartiere dell'area nord della città e morto a 39 anni il 5 maggio 1998 sommerso dal fango che travolse la cittadina salernitana.

Non è la prima via Vittorio Emanuele III sulla quale si è concentrata l'attenzione dell'Amministrazione de Magistris, che ha promosso l'istruttoria ancora in corso in Commissione Toponomastica per la modifica del nome della centralissima via che dal Maschio Angioino raggiunge il Teatro San Carlo, e che nelle intenzioni espresse dal sindaco dovrebbe diventare via Salvatore Morelli, scrittore e deputato del Regno d'Italia, pioniere dei diritti civili e delle donne che già nell'800 presentò diverse proposte di legge per l'abolizione della schiavitù domestica, l'introduzione del divorzio e il principio di parità tra i coniugi.  

Uno dei momenti maggiormente simbolici di questa azione di "antifascismo della toponomastica" è sicuramente il 17 novembre 2015, quando con una solenne cerimonia nel Borgo Orefici è stata suggellata la modifica del nome della strada intitolata a Gaetano Azzariti, giurista fascista e presidente del Tribunale della Razza, poi presidente della Corte Costituzionale dal 1957 al 1961: da quel giorno la strada è diventata via Luciana Pacifici, bambina napoletana di famiglia ebrea morta a soli 8 mesi su un vagone diretto ad Auschwitz. Il Comune ha inoltre rimosso una targa in via Santa Maria di Costantinopoli posta sulla facciata del palazzo nel quale nacque Azzariti. Una scelta simile è stata fatta per il piazzale antistante lo stadio Diego Armando Maradona di Fuorigrotta, intitolato a Vincenzo Tecchio, segretario provinciale del Partito fascista napoletano. Su proposta di de Magistris e Clemente il piazzale è stato intitolato a Giorgio Ascarelli, imprenditore napoletano di origini ebraiche, fautore della fondazione del Calcio Napoli nel 1926 del quale fu primo presidente. Il toponimo piazzale Vincenzo Tecchio in questo caso è stato però mantenuto in base all criterio della storicità da esso rappresentato.  

C'è infine la vicenda che riguarda via Alfredo Rocco, piccola strada del quartiere Arenella intitolata al ministro di Grazia e Giustizia dal 1925 al 1932, a cui si deve il Codice penale che porta il suo nome. Per la strada era stata ipotizzata la possibilità di un cambio di nome a favore di Giuseppe Salvia, vicedirettore del carcere di Poggioreale ucciso nel 1981 per volere del boss della Nuova Camorra Organizzata Raffaele Cutolo. Intitolare una strada a Salvia nel quartiere Arenella, dove viveva Salvia e dove tutt'oggi vive la famiglia, era una volontà dell'Amministrazione che aveva individuato via Rocco per la modifica del toponimo, ma l'assessore Clemente spiega che "di recente la famiglia mi ha espresso il desiderio che a Giuseppe Salvia sia dedicata una scuola". La proposta di cambio di toponimo per via Alfonso Rocco non risulta quindi essere stata istruita in Commissione Toponomastica.

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