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Cronaca

Tony Tammaro si confessa a NapoliToday: "Patrizia mi cambiò la vita"

"Il tamarro medio in questi anni è cambiato in meglio. Oggi è più istruito. In realtà io non ce l'ho mai avuta con loro. Li trovo solo goffi e imbranati davanti a un mondo che cambia più in fretta di loro"

È' il 1989 quando Tony Tammaro (al secolo Vincenzo Sarnelli), grande appassionato di musica grazie soprattutto all'esempio del padre Egisto, noto musicista, decide di dare voce nelle sue strofe al napoletano "tamarro", registrando la prima cassetta di musica tamarra, che spopola soprattutto tra i più giovani, grazie ad hit indimenticabili come Patrizia.

Un successo clamoroso che si ripete costantemente nei decenni successivi, grazie a nuovi e arguti brani musicali nei quali Tony Tammaro analizza con occhio lucido e critico il mutamento della società partenopea in continua evoluzione e viene oggi riproposto con vigore anche grazie a internet e a Youtube in particolare.

Ecco l'intervista di NapoliToday a Tony Tammaro:

Da piccolo eri appassionato di musica per seguire le orme paterne?
Ascoltavo dischi di ogni genere e suonavo la chitarra. Conservo ancora un filmato in cui, a sette anni, mi esibisco davanti a una decina di bambini con la chitarra. Mio padre, Egisto Sarnelli, era un cantante chitarrista che ebbe un momento di notorietà negli anni 80. Io gli ho fatto da fonico per tanti anni. Diciamo che nel mondo dello spettacolo ci sono nato.

Come è nato il personaggio Tony Tammaro?
Il personaggio Tony Tammaro è nato prima come autore di canzoni, poi, visto che nessuno se la sentiva di cantare le mie canzoni, ho iniziato a proporle io in prima persona, facendo grossi sforzi per vincere la timidezza.

Chi ti ha scoperto e inizialmente qual è stata l'accoglienza del pubblico?
Mi ha scoperto Sandro Cesarini. Aveva un importante negozio di dischi dalle parti di Piazza Immacolata al Vomero. Venne ad ascoltarmi in un locale e mi propose di incidere una musicassetta. Così divenni famosissimo nel giro di pochi giorni.

Dalla prima cassetta registrata nel 1989 a oggi, Tony Tammaro è diventato un un vero e proprio cult soprattutto per la generazione dei 30enni, 40enni di oggi. Ti sei chiesto il perché?
Credo di essere un cantautore anomalo. Scrivo canzoni che si rifanno alla macchietta napoletana, genere caduto negli anni un po' in disuso. Forse è questo mio proporre cose diverse che mi consente ancora oggi, a distanza di 25 anni dall'inizio della mia carriera di fare il pieno ai concerti e vendere ancora qualche disco in un mondo in cui i dischi non si vendono più.

Nelle tue canzoni dietro al lato comico e iperreale dei testi che fotografano una realtà popolare e piccolo borghese, c'è anche una forte critica alla società partenopea e ai luoghi comuni. Qual è il messaggio reale che intendi veicolare nelle tue canzoni e come vedi la realtà di Napoli odierna?
Sono figlio di napoletani nati alla Sanità e sono napoletano da più di sette generazioni. Amo la mia città e ne ho vissuto per anni tutti gli alti e bassi. Trovo la Napoli odierna certamente migliore rispetto a quella in cui sono nato. Ci sono in giro tanti giovani capaci, spesso, purtroppo, tenuti fuori dal mondo del lavoro. Il messaggio di fondo delle mie canzoni è: divertitevi, siate felici. La vita, in fondo è pur sempre una bella avventura. Siate sempre voi stessi e fuggite davanti ai luoghi comuni dell'omologazione e delle ideologie politiche e religiose. Il mondo piccolo borghese è quello in cui sono nato. A volte è pieno di falsità e di azioni meschine. Alla piccola borghesia preferisco la schiettezza del popolo. Ho vissuto quattro anni a Secondigliano e ci sono stato magnificamente.

Come è cambiato il "tamarro medio" in questi anni?
È cambiato in meglio. Oggi è più istruito. In realtà io non ce l'ho mai avuta con i tamarri. Li trovo solo goffi e imbranati davanti a un mondo che cambia più in fretta di loro.

A quali canzoni sei più legato tra le più celebri e non?
Beh, "Patrizia" mi cambiò la vita. Come potrei non amarla? Anche se l'ho cantata migliaia di volte, provo sempre un che di emozione nell'interpretarla. Amo anche il "Trerrote" e la canzone della "Smart", il mio primo successo internettiano.

Progetti per il futuro?
Il 30 aprile presenterò al Comicon alla Mostra d'Oltremare il mio ultimo lavoro discografico, l'ottavo della serie. Si intitola "Tokyo Londra Scalea" e contiene 11 inediti.

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