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Cronaca

Tifosi del Napoli aggrediti allo Stadio Arechi, il racconto: "Riconosciuti dall'accento"

"Alcuni hanno iniziato a rincorrerci e siamo stati poi raggiunti da schiaffi e da una cicca di sigaretta nel polso", racconta Giovanni

Domenica sera, in occasione del derby Salernitana-Napoli, non sono mancati allo Stadio Arechi episodi che con il calcio hanno davvero poco a che fare. Tra le vittime due tifosi azzurri, che hanno raccontato quanto vissuto sulla propria pelle ai microfoni di Radio Punto Nuovo.

"Con la mia amica Emiliana e sua mamma di 53 anni stavamo andando a vedere la partita tra Salernitana e Napoli. Dopo aver sentito il mio accento napoletano, un gruppo di tifosi ha iniziato ad inveirci contro. Alcuni hanno iniziato a rincorrerci e siamo stati poi raggiunti da schiaffi e da una cicca di sigaretta nel polso. Ci siamo messi spalle ai cancelli, Emiliana è stata colpita al naso. Gli steward ci hanno tirato all’interno dello stadio e siamo vivi per questo. Siamo stati nuovamente lasciati a noi stessi e nei distinti ci avevano già preparato un agguato. Poi ci hanno scortato fino all’ospedale, ci aspettavano dovunque. Non c’è un perché, solo perché io sono di Napoli e ho accento napoletano. Sono andato allo stadio con lo spirito di passare una giornata diversa. Io spero che la città di Salerno e la Salernitana si distacchino da questi episodi. Ma, non ho letto nessun comunicato. Sono 3 giorni che non dormo: non riesco a togliermi dalla mente che non sono riuscito a parare i colpi dati alla mia collega e a sua madre. La mamma della mia collega ha perso figlio due anni fa, volevamo farla distrarre ed invece è viva per miracolo. Erano circa 20 persone. La Digos ci ha contattato subito, il dottor Ingenito ci ha salvato", racconta Giovanni.

"Ho ancora diversi dolori, ci hanno riempito di calci, ho dolori anche alle costole. Non voglio più andare a Salerno. Voglio vedere in faccia chi mi ha tirato un pugno, mentre io pregavo di non farlo. I miei vestiti andavano a fuoco. Vorrei vedere la loro faccia di imbecilli mentre sarebbero costretti a spiegare quello che ci hanno fatto”, l'amarezza di Emiliana. 

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