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Cronaca

40 anni dal terremoto dell'Irpinia, de Magistris: "Ricordo quel cielo viola e la parete di casa che si aprì"

"Sisma calamità politica e camorristica. Paghiamo ancora i debiti del terremoto", afferma il sindaco di Napoli nel giorno del ricordo del sisma. Le iniziative in programma

Oggi ricorrono i 40 anni dal terremoto dell'Irpinia. Alle 19:34:53 di domenica 23 novembre 1980 in novanta secondi il sisma, di magnitudo 6.9, uccise quasi 3.000 persone. Ingenti danni, visibili ancora oggi in tutta la Campania, compresa Napoli. Oltre 300mila gli sfollati del sisma che non risparmiò neppure Basilicata e parte della provincia di Foggia. Sei i comuni distrutti, cinque dell'avellinese ed uno nel salernitano: Conza della Campania, Lioni e Sant’Angelo dei Lombardi, nell’Irpinia, Castelnuovo di Conza, Laviano e Santomenna

Il ricordo di De Magistris: "Il cielo viola e quella parete che si aprì"

"Avevo 13 anni, ricordo la domenica, abitavo in via Mascagni, eravamo in casa con tutta la famiglia, guardavo la partita in televisione. All'improvviso iniziammo a saltare dal divano. Il boato fu forte, mio padre guardò verso il balcone. Il cielo era viola e la parete del corridoio si apriì di 4-5 centimetri, temevo stesse crollando il palazzo. Furono giorni terribili, il crollo di via Stadera di un palazzo. Divenne anche calamità camorristica e politica, anche permanente sotto certi aspetti. Oggi paghiamo ancora i debiti del terremoto, deriva da lì il disastro finanziario del comune. Stringiamoci in quel ricordo. Appena finirà la zona rossa abbiamo in programma una mostra fotografica su quei giorni", è la testimonianza in un video di de Magistris.

Tragedia di via Stadera

Il terremoto, come detto, causò ingenti danni a Napoli. Il crollo di un grattacielo alto 44 metri in di via Stadera, costruito probabilmente con materiale di scarsa qualità e con difetti di costruzione, portò alla morte 53 persone.

Terremoto 80

L'Ingv ricorda il sisma dell'Irpinia con la pagina web 'Terremoto80' „ quarant'anni dal terremoto del 23 novembre 1980, l'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia lancia il sito terremoto80.ingv.it dove i visitatori possono navigare tra le memorie, le schede scientifiche, le story maps e organizza un programma con tavole rotonde, tra scienza, memorie e testimonianza. Alle 19.34 del 23 novembre, la prima visione del docufilm 'Irpinia80 - Viaggio nella terra che resiste'. Il programma è articolato su tre giorni, 23, 24 novembre e 27 novembre, organizzato dall'Ingv, in collaborazione con il Dipartimento per le Politiche giovanili e il Servizio civile universale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, l'Universita' Sapienza di Roma, l'Universita' Federico II di Napoli, la Provincia di Avellino, il Comune di Sant'Angelo dei Lombardi e l'Osservatorio sul Doposisma della Fondazione MIdA.

L'allarme dei geologi: "Resta un paese difficile"

A 40 anni dal terremoto dell’Irpinia, in Italia, gran parte del costruito risulta ancora realizzato in assenza di norme antisismiche. Il Coronavirus non può far dimenticare quanto accadde", spiegano i geologi appartenenti alla Società Italiana di Geologia Ambientale, ReMtech, e agli ordini regionali di Puglia e Basilicata che hanno organizzato un significativo evento online (diretta sulla piattaforma di RemTech: remtech.meeters.space) con testimonianze di quello che accadde. “Irpinia 1980 – 2020: rischio sismico e resilienza in un paese fragile" il tema dell'incontro.

"Non dobbiamo dimenticare che solo nei 160 anni trascorsi dall'Unità d’Italia il nostro Paese è stato colpito da ben 36 terremoti disastrosi; in media un disastro sismico ogni quattro anni e mezzo. Questi terremoti hanno causato oltre 150.000 vittime e hanno danneggiato gravemente oltre 1.600 località, incluse grandi città come Rimini, L’Aquila, Avellino, Potenza, Cosenza, Vibo Valentia, Reggio Calabria e Messina. Oggi una parte preponderante del costruito – spiega Antonello Fiore, presidente della Società Italiana di Geologia Ambientale - che include case, scuole, chiese, edifici industriali e infrastrutture in generale, risulta realizzato in assenza di norme antisismiche, pur trovandosi in aree la cui pericolosità è ampiamente riconosciuta dalla comunità scientifica: una situazione questa che si riscontra diffusamente da nord a sud del Paese".

Ruotolo: "Nacque la camorra imprenditrice"

“Questa è la foto che più di altre mi ricorda il terremoto di quarant’anni fa. La scattai qualche giorno dopo il 23 novembre del 1980. Ero già giornalista Rai ma in quei giorni facevo il servizio militare, all’ufficio stampa del Comiliter di piazza Plebiscito, a Napoli. La mattina del 24 ci alzammo in volo con il Comandante del Comiliter e il capo di stato maggiore. Nel terzo elicottero c’eravamo noi,dell’ufficio stampa. Sorvolammo l’Irpinia e la Basilicata,ricordo come se fosse ieri le macerie fumanti dell’ ospedale di Sant’Angelo dei Lombardi. Le braccia alzate dei tanti che chiedevano aiuto. E il resto d’Italia rispose a quell’appello. Come fece, anni prima, con l’alluvione di Firenze. Si, furono mesi terribili. Bisognava ricostruire. Poi sappiamo com’è andata a finire. Miliardi di lire sprechi,finiti nelle tasche di imprenditori e politici corrotti e della camorra. Nacque la camorra imprenditrice,ci fu il salto di qualità della criminalità organizzata. Allora dicemmo che dovevamo ricostruire. Così non fu. Oggi, quarant’anni dopo, dobbiamo costruire invece un nuovo modello di sviluppo. Nulla dovrà essere come prima, diciamo da quando è iniziata l’emergenza sanitaria. Ce la faremo? Dobbiamo farcela”. È il post del senatore Sandro Ruotolo del Gruppo Misto accompagnato da una serie di foto scattate i quei giorni terribili in presa diretta. 

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Sisma 80: gli scatti rimasti nella memoria

"SISMA80" è un progetto del fotoreporter Luciano Ferrara, prodotto dall’Associazione noos aps e da tribunali138, dedicato al quarantennale della ricorrenza del terremoto che sconvolse l'Irpinia e gran parte del napoletano il 23 novembre del 1980. “Si tratta di un grande lavoro corale dedicato alla nostra città e regione – spiega Ferrara – purtroppo a causa degli incredibili e tragici eventi che stiamo vivendo, l'esposizione in programma per il 23 novembre è stata rimandata, ma sarà comunque in libreria il catalogo-libro edito dalla casa editrice Iod, con il patrocinio morale del comune di Napoli - Assessorato alla Cultura e al Turismo. Ci auguriamo di poter condividere presto il nostro lavoro con il pubblico per celebrare uno storico momento del nostro passato che ha profondamente colpito non solo la nostra regione ma l’Italia intera e che a quarant’anni di distanza continua a mostrare le proprie ferite”.

La ricerca di immagini, le interviste ai fotografi, la scansione delle foto analogiche e la ricostruzione degli eventi passati, con il contributo di autorevoli storici e giornalisti, sono il risultato di un lungo lavoro, spiegano gli organizzatori, fatto con passione e vede una raccolta di testimonianze straordinarie che portano le firme (in rigoroso ordine alfabetico) di Peppe Avallone, Massimo Cacciapuoti, Luciano D’Alessandro, Sergio Del Vecchio, Luciano Ferrara, Gianni Fiorito, Guido Giannini, Pino Guerra, Mimmo Jodice, Annalisa Piromallo, Toty Ruggieri (Fotosud - Giacomo Di Laurenzio, Guglielmo Esposito, Mario Siano) Associazione Archivio Carbone, Mario Riccio (Pressphoto - Franco Esse, Gaetano Castanò, Franco Castanò).

Dolore

"Ci sono eventi naturali che non possono essere essere controllati. Accadono e non possiamo impedirli. Eppure noi sappiamo che potrebbero verificarsi. In quest'ottica previsione, programmazione, organizzazione e gestione dell'emergenza sono strumenti fondamentali ed indispensabili per ridurre al minimo le terribili conseguenze". Così il Presidente di Meritocrazia Italia, Walter Mauriello, nel giorno del ricordo (e del dolore) a distanza di 40 anni esatti dal terremoto che sconvolse l'Irpinia e la Campania intera. "Si tratta di fattori - prosegue Mauriello - che dovrebbero guidare sempre la conduzione della Res Publica e le scelte politiche, che non possono essere lasciate all'improvvisazione ed al caso. Servono visione, lungimiranza e prospettiva d'insieme. Lo apprendiamo ogni giorno ed ogni momento anche nella situazione pandemica di oggi". Conclude Mauriello: "Il dolore per quello che accadde, ancor più per me che ho vissuto in prima persona quell’evento in tutta la sua durezza e crudeltà, è forte, ma lo è di più la voglia di reazione e di cambiamento e di costruzione. Il desiderio di poter continuare a sognare, sapendo che senza il sogno non ci potrà essere una realtà migliore". Meritocrazia Italia auspica che il passato possa concretamente essere fonte di insegnamento per il futuro, che gli errori fatti non vengano ripetuti e che al di là del colore politico o della contrapposizione di idee l'interesse collettivo prevalga su quello individuale e si possa agire uniti per il bene comune, anteponendo "una logica di squadra ad una egoistica ed individualista".

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