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Cronaca

Terremoto dell'80, 38 anni dopo: dal disastro al debito CR8

Corre oggi l'anniversario di una delle pagine più cupe della storia del Paese. Una tragedia da migliaia di morti, cui sarebbe seguita una ricostruzione costata 66 miliardi di euro e di fatto mai avvenuta

Era il 23 novembre, come oggi. Nel 1980, 38 anni fa, la terra di Irpinia e Basilicata tremò. Il "terremoto dell'80" causò circa 280mila sfollati, 8.848 feriti e 2.914 morti.

Un'ondata di devastazione, alle 19.34, che arrivò fino a Napoli nonostante fosse non vicinissima all'epicentro. Di magnitudo 6.9, il terremoto si rivelò una tragedia anche nel capoluogo, facendo crollare un palazzo su via Stadera e gran parte dello Sferisteo a Fuorigrotta.

Le vittime a Napoli e i soccorsi

Gente in strada, comunicazioni interrotte, mancava la luce ovunque. Uno scenario apocalittico in cui – almeno inizialmente – nessuno poteva sapere cosa stesse davvero accadendo o sincerarsi di come stessero i propri cari.

I morti alla fine sarebbero stati, soltanto a Napoli, 52. La "scossa di terremoto avvertita in Campania", come inizialmente fu presentata dai notiziari, emerse man mano per l'immane tragedia che era. I soccorsi, soprattutto nell'entroterra, furono estremamente lenti. “Non vi sono stati i soccorsi immediati che avrebbero dovuto esserci – disse il presidente della Repubblica Sandro Pertini – Ancora dalle macerie si levavano gemiti, grida di disperazione di sepolti vivi”.

"Le mani sul terremoto", Rai Storia ricostruisce il post sisma

La ricostruzione infinita

La ricostruzione successiva sarebbe stata anch'essa una pagina triste della storia d'Italia. “Irpiniagate”, “Terremotopoli” o “Terremoto infinito”, divenne una speculazione che coinvolse addirittura l'8,4% dei comuni del Paese. Così Panorama nel 1992: “In Irpinia la Guardia di Finanza scoprì fienili trasformati in piscine olimpiche mai ultimate, o in ville. Individuò finanziamenti indirizzati a imprenditori plurifalliti e orologi con brillanti regalati con grande prodigalità ai collaudatori dello Stato".

Al valore di oggi, lo Stato italiano ha versato per la ricostruzione – non ultimata a 38 anni dal disastro – l'equivalente di 66 miliardi di euro, ed è tuttora in vigore un'accisa di 75 lire (4 centesimi di euro) su ogni litro di carburante acquistato per il finanziamento della ricostruzione dei territori colpiti dal sisma.

Il debito di Napoli con il CR8

Al paradosso di una ricostruzione costosa e mai avvenuta, si è aggiunta di recente la querelle sul debito CR8, 114 milioni cha la città di Napoli deve al consorzio che lavorò alla ricostruzione edilizia durante il commissariamento post-terremoto del 1981. Un macigno economico che ha portato il Comune vicinissimo al fallimento e le cui problematiche pare siano arrivate soltanto in questi giorni vicine alla risoluzione.

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