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Cronaca

Terra dei fuochi e sterilità, Premio Bracci allo studio del Dott. Montano

Lo studio nell’ambito del progetto "EcoFoodFertility" rilevava nel sangue e nel liquido seminale dei giovani maschi residenti nella Terra dei Fuochi una maggiore quantità di metalli pesanti rispetto a giovani della stessa età residenti nell’Alto Medio Sele

Nel corso del 90°congresso nazionale di Urologia, svoltosi a Napoli dal 7 all’11 ottobre, è stato premiato con il Premio Bracci 2017 il medico campano Luigi Montano per la migliore pubblicazione scientifica su rivista internazionale del 2016. Uroandrologo dell'Asl di Salerno e Presidente della Società Italiana di Riproduzione Umana, il dott. Montano è ideatore e coordinatore del primo biomonitoraggio integrato su sangue e liquido seminale in “Terra dei fuochi” condotto nell’ambito del progetto di ricerca EcoFoodFertility. Lo studio, pubblicato sulla prestigiosa rivista internazionale “Reproductive Toxicology” nel dicembre 2016, rilevava una maggiore quantità di metalli pesanti nel sangue e nel liquido seminale dei giovani maschi residenti nell’area della Terra dei Fuochi rispetto a giovani della stessa età residenti nell’Alto Medio Sele, oltre ad alterazioni del DNA e ridotte difese antiossidanti sempre maggiori nei ragazzi della Terra dei Fuochi rispetto al gruppo del Salernitano. Le differenze erano statisticamente più significative nel liquido seminale rispetto al sangue suggerendo, quindi, una maggiore sensibilità del liquido seminale all’inquinamento ambientale.

Lo studio - dichiara Montano - non solo dimostra un potenziale maggior rischio di salute riproduttiva per i residenti che in generale vivono in aree dove maggiore è la pressione ambientale, ma anche una potenziale maggiore suscettibilità a malattie cronico-degenerative che riguardano non solo la vita adulta, ma anche quella della progenie, considerando che la qualità seminale sembra essere un importante indicatore di salute generale e che le alterazioni indotte da cattivi stili di vita, stress, inquinamento ambientale sul DNA degli spermatozoi si possono trasmettere alle future generazioni; un problema, quello dell’infertilità maschile, che sta investendo negli ultimi decenni una fetta sempre più crescente della popolazione tanto da essere riconosciuto dall’OMS come priorità di salute pubblica”. “Con la duplice funzione del seme come “Sentinella di salute generale e ambientale” - conclude Montano - su cui si basa il progetto EcoFoodFertility, confermata dai primi risultati della ricerca, la fertilità in generale viene proiettata in ambito molto più ampio di quella finora intesa della sola sfera riproduttiva, ricollocando la stessa ad un ruolo di primo piano per la salvaguardia della salute pubblica in funzione del suo potenziale uso per la prevenzione primaria sia delle patologie cronico degenerative che riguardano la generazione attuale che per quelle delle future generazioni”.

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