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Cronaca Caivano

Terra dei fuochi, restare o scappare? "Non voglio andare via"

La lettera di una giovane donna a Don Patriciello: "Ho detto a mio marito 'scappiamo via da questa terra "maledetta" che io amo tanto'. Mi ha risposto 'qui abbiamo ancora le nostre famiglie'

"Terra dei Fuochi", terra di veleni. A nord di Napoli e a sud di Caserta rifiuti pericolosi interrati e roghi tossici hanno inquinato una zona che una volta era tra le più belle e pure al mondo. E il dubbio che rode tutti i cittadini di questo territorio è sempre lo stesso: restare o andare via? Combattere per salvare questa terra che amiamo o scappare via e lasciarci tutto il dolore alle spalle? Ma questo dramma, alle spalle, non lo si lascia mai veramente. Perché è qui che abbiamo le nostre radici, le nostre tradizioni, la nostra cultura e le nostre famiglie, gli amici, gli affetti. La scelta non è mai semplice come sembra e probabilmente non ce n'è una veramente giusta o più valida.

"Vorrei tanto che la lettera di questa giovane donna fosse ripresa dai giornali e portata sulle scrivanie di chi ci governa" scrive Don Maurizio Patriciello sulla sua pagina di facebook. Il parroco di Caivano, noto per essere in prima linea nella battaglia contro la devastazione ambientale di questo territorio, si riferisce ad una lettera ricevuta da una giovane donna che, come ormai tanti cittadini di queste terre, è devastata dai lutti familiari e si domanda cosa fare, se è più giusto restare o andare via e si domanda quanto veramente lo Stato abbia deciso di impegnarsi per la Campania.

La lettera: “Buonasera Padre Maurizio, mi perdoni se l'assillo questa sera con i "soliti problemi ". Dieci minuti fa ho ricevuto una chiamata. Mia sorella mi avvisava che a una nostra cugina, ricoverata oggi d'urgenza, le è stato diagnosticato un tumore alle ossa. Grave la situazione. Grave come per tanta povera gente, che ultimamente viene colpita da questo male. Pensavo che per la mia famiglia fosse giunto il tempo di una pausa . Mio padre morto dello stesso male e così anche le sue 3 sorelle. Un'altra mia cugina, bellissima giovane mamma, ha lasciato lo scorso aprile 4 figli. Mio suocero è finito per lo stesso male il 1 luglio di quest'anno. Per non parlare della famiglia di mia madre ...
Mi perdoni Padre, non sono qui per farle la lista di tutte le persone finite della mia famiglia. Qui siamo tutti un'unica famiglia, accomunati da un triste destino. Mi domando: “perché?”. Perché va sempre peggio ?
Sono desolata. Dopo la telefonata di stasera ho detto a mio marito : “trasferiamoci , andiamocene al nord, scappiamo via di qui, da questa terra "maledetta" che io amo tanto”. Mio marito sa cosa mi ha risposto? “Non voglio andare via, qui abbiamo ancora le nostre mamme, fratelli, nipoti...”
Non è vigliaccheria la mia , ma non ce la faccio più a veder morire tutte queste persone a me care, tutta questa povera gente, bambini, anime innocenti. Che fare? Forse per lo Stato, per l'Italia, noi campani, facciamo parte dei "soliti problemi "?

"Purtroppo - commenta Don Maurizio - questa cara amica non è la sola ad avere il cuore rigonfio di angoscia. Il vero dramma che stiamo subendo per il disastro ambientale è l’aumento vertiginoso delle patologie oncologiche. Perciò non c’è più tempo da perdere. La gente non solo è stanca di ammalarsi ma è stanca di aver paura per i propri cari. L’ansia che accompagna le giornate del popolo campano, la qualità della vita al ribasso, le tante famiglie già povere che si ritrovano a dover curare uno o più parenti ammalati di cancro, debbono essere presi in seria considerazione da coloro che ci governano".

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