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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Caivano

Taranto come la Terra dei Fuochi: "Si muore per il fumo di sigaretta"

Non sarebbe l'Ilva la causa del picco di tumori, lo afferma il commissario straordinario Bondi. Proprio come qui non sarebbero i roghi tossici e il veleno sotterrato per decenni. Padre Patriciello "un ritornello che nessuno canta più"

Taranto come la Terra dei Fuochi tra Napoli e Caserta. Non sono i veleni dell'Ilva ad uccidere di cancro la popolazione tarantina, per il commissario straordinario Enrico Bondi, ma il fumo di sigaretta. Insomma, ai tarantini spetta la stessa sorte che tocca a noi cittadini della terra dei veleni. L'eccesso di patologie neoplastiche è dovuto a stili di vita sbagliati. Viene da chiedersi se sono compresi i bambini, che si ammalano più che nel resto d'Italia, pur se palesemente non fumatori.

Monta, intanto, l'indignazione generale di chi ogni giorno combatte contro un sistema illegale e scellerato che sta distruggendo un intero territorio.

Dai creatori del sito di denuncia 'La Terra dei Fuochi' (nel quale è reperibile una mappatura precisa dei luoghi maggiormente colpiti dal fenomeno dei roghi tossici), poche parole, ma secche e chiare: "Considerate le parole di Bondi sull'ILVA, a noi nella Terra dei Fuochi non resta altro che fare direttamente domanda di Asilo. Profughi di guerra. Perseguitati politici. Non abbiamo parole".

"Fumate troppo. Un vecchio ritornello che nessuno canta più", commenta così le affermazioni di Bondi padre Maurizio Patriciello.

Il parroco anti-roghi di Caivano, non fa sconti e attacca: "l’Ilva fa paura ai tarantini. Anche da quelle parti il cancro colpisce all’impazzata. Ecco allora il dottor Bondi, commissario straordinario, mettersi a raccontare la vecchia barzelletta del fumo di sigarette. Come un vecchio ritornello che nessuno canta più. La stessa cosa accadde all’ex ministro Balduzzi e all’attuale ministro della salute Beatrice Lorenzin, sul dramma che sta sconvolgendo la vita a due milioni di persone in questa striscia di terra tra Napoli e Caserta in cui siamo costretti a vivere. La gente si ammala. Soffre. Muore. Muoiono i bambini. Muoiono i genitori con i figli ancora in fasce. E questi se ne escono con il ritornello che nessuno canta più: “ Fumate troppo”. Ci credo: con tutti i roghi tossici che da anni respiriamo, altro che fumatine di sigarette! Il cancro distrugge stomaco e intestino? E costoro, senza ritegno: “ Mangiate male”. Che pozzi di scienza! Mangiamo male. Lo stiamo dicendo da anni. Con pomodori, asparagi, cavolfiori e frutta avvelenati, il ministro potrebbe dirci come fare per nutrirci bene? Muoiono le nostre donne prima di spegnere le 40 candeline? E il ministro: “ Non hanno fatto prevenzione”.

"Ma, Ministro - continua padre Maurizio, sulla sua pagina di facebook -, non ha capito che all’età della prevenzione tanta gente nemmeno ci arriva? A questo punto, vistosi braccati, arriva il solito segretario e “chiede scusa”.  “Le parole del ministro sono state fraintese… Ha detto così, è vero, ma non voleva dire così… Occorre inserire quelle parole in un contesto…”. E cose del genere. Una cosa è certa. Quando si dice pane al pane e vino al vino, le parole non possono mai essere fraintese. Su questo non ci piove. Accettiamo le scuse per carità. Tutti possono sbagliare. Ma mi sorge un dubbio. Un dubbio atroce che rende le mie notti insonne. Non sarà mai che questo “parlare” è stato studiato a tavolino, proprio per non dare risposte imbarazzanti? Per non ammettere, una volta e per tutte, che lo Stato ha enormi responsabilità nei confronti di questa povera gente? Per perdere tempo prezioso, in attesa di passare la patata bollente a chi verrà dopo? Dubbi. Dubbi atroci. “A pensar male si fa peccato – diceva Andreotti – ma a volte si indovina”. Da parte mia, mi accontenterei di commetterlo pure questo peccato, ma di essere un pessimo indovino. Staremo a vedere".

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