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Giovedì, 7 Dicembre 2023
Cronaca Poggioreale

Suicidio in carcere, 40enne si toglie la vita: è il quarto del 2022

Francesco Iovino, 43 anni, era a Poggioreale dal novembre 2021 per piccoli reati. Era nel reparto sanitario della casa circondariale

Francesco aveva 43 anni. Detenuto dal novembre 2021 per piccoli reati, aveva trascorso questo tempo quasi esclusivamente nel reparto Sai, (Servizio sanitario integrato) perché anoressico. Francesco pesava 43 chili. Si è tolto la vita in carcere, a Poggioreale, domenica 7 agosto. E' il quarto suicidio nei penitenziari campani dall'inizio del 2022. Quegli stessi penitenziari che riempiono spesso le pagine di cronaca per affollamento delle celle, maltrattamento dei detenuti e condizioni ben oltre il limite della vivibilità. 

Del suo gesto danno notizia Pietro Ioia e Samuele Ciambirello, rispettivamente garante cittadino e regionale per chi finisce in carcere: "Questo drammatico evento ci ricorda che il carcere è lo specchio della società. Ogni suicidio in carcere è una nostra sconfitta, una sconfitta della società e delle Istituzioni a vari livelli. Occorre prevenire, intervenire prima, rilevare eventuali segnali di disagio e sofferenza emotiva in correlazione con un rischio suicidario. Intanto il carcere uccide. Continua il malinteso populista della certezza della pena e della certezza della galera. Domenica pomeriggio, mentre soccorrevano Francesco, dal carcere hanno chiamato il 118: l’ambulanza è arrivata dopo 40 minuti”.

Ioia e Ciambriello puntano il dito contro il sistema carcerario: “In una Regione che conta 6.660 detenuti, di cui ben 2.181 sono a Poggioreale, la mancanza di educatori (in regione ce ne vorrebbero 105 ma ce ne sono solo 70 e a Poggioreale ne sono previsti 19, ma ce ne sono solo 9), si affianca alla mancanza di medici di reparto, di figure sociali, di psicologi e psichiatri. Oggi a Poggioreale per più di 2mila persone era presente un solo psichiatra. Questo dimostra che il Ministero della giustizia e il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, vivono la “politica dello struzzo”. Una politica cinica e pavida, spesso incompetente e opportunista: non parla nei suoi programmi né di giustizia, né di carceri. Facciamo un appello alla magistratura di sorveglianza, sia per i permessi premio, sia per le misure alternative, anche per evitare ulteriori tragedie come quelle di Francesco, va inoltre segnalato che ci sono 1.122 detenuti in attesa di giudizio, anche per reati non gravi. C’è dunque un abuso della misura cautelare in carcere”.

Sul caso è intervenuto anche Aldo Di Giacomo, segretario del Sindacato di polizia penitenziaria: “Riuscirà il suicidio di Iovine a scuotere la politica con la testa alle candidature per le nuove elezioni e a garantire destini personali? Dietro la storia di questo detenuto anoressico e pertanto che aveva bisogno di cure ed assistenza specifiche specie psicologiche ci sono tanti detenuti fragili per problemi psichici e per altre ragioni di salute che si trovano in cella. Per tutti loro non ci sono psicologi e psichiatri, assistenti in grado di garantire sicurezza. Così questa estate di strage nell’assoluto silenzio generale passerà alla storia del sistema penitenziario del Paese per la più grave striscia di sangue con un suicidio ogni 4 giorni, 17 volte in più rispetto a quanto accade fuori" 

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