Suicidio nel parcheggio del Santuario di Pompei: muore Arcangelo Arpino
L'uomo, titolare di una impresa edile, aveva 63 anni. Ha lasciato una lettera di scuse ai familiari. In un'altra, una serie di accuse contro Equitalia
Ancora un suicidio da crisi. Arcangelo Arpino, 63enne di Vico Equense, si è ucciso sparandosi alla testa nel parcheggio del Santuario di Pompei. L'uomo era titolare di una impresa edile.
Trasportato all'ospedale di Castellammare di Stabia, è morto poco dopo. Ha lasciato tre lettere: una di scuse ai familiari, un'altra dove parla dei problemi economici legati alla sua attività e un'altra di accuse contro Equitalia.
Sono state alcune suore ad accorgersi, per prime, del suicidio. Secondo quanto accertato dai carabinieri, le suore stavano passando proprio in quella zona, nel parcheggio retrostante il Santuario, quando hanno udito lo sparo. L'uomo era arrivato a Pompei con la sua automobile, una Fiat Punto bianca, trovata chiusa e parcheggiata poco distante. E' entrato nel Santuario e all'uscita si è sparato alla testa. Sposato, era padre di tre figli, due maschi ed una femmina.
Il sindaco Claudio D'Alessio ha commentato all'Ansa: "Un lutto per tutta la città, un dispiacere forte, non era mai, mai accaduta una cosa del genere, in quel posto, poi, così simbolico. Quando sono arrivato c'erano alcuni sacerdoti, nei paraggi hanno le loro stanze, hanno udito il colpo e sono subito andati a vedere cosa era successo. Secondo quanto mi hanno detto, l'uomo aveva con sé una cartellina con dentro delle lettere. Anche la nostra città, purtroppo, si rende testimone di un momento difficile, tutti coloro che hanno responsabiltà, e mi riferisco al governo nazionale, a quello regionale, ai governi cittadini devono fare il possibile per far sì che presto si venga fuori da questo momento difficile. Ci sono tante potenzialità - ha concluso il primo cittadino - bisogna rimuovere i tanti ostacoli che spesso sono legati alla incapacità di chi ha la responsabilità". (Ansa)
