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Cronaca Pozzuoli

Lei si suicidò per le foto osè messe online: il marito chiede 1 mln di risarcimento

Sono puteolani i presunti estorsori della 40enne che si tolse la vita in Veneto, nel 2015. Ora la famiglia si è costituita parte civile

Lei, 40 anni, a gennaio del 2015 si tolse la vita perché - secondo gli inquirenti - vittima di tentata estorsione e diffamazione. Era moglie e mamma: adesso marito e figli chiedono 900mila euro di risarcimento ai presunti estorsori.

La vicenda è quella della donna suicida in Veneto per alcune foto osé con le quali veniva ricattata. I presunti estorsori sono invece del napoletano, di Pozzuoli: un 23enne e la sua compagna. Sono stati rinviati a giudizio nel marzo scorso per tentata estorsione, sostituzione di persona, diffamazione aggravata e morte come conseguenza di altro reato.
Intanto però il legale della famiglia della vittima, costituitasi parte civile, chiede un risarcimento danni.

Tutta la vicenda avvenuta a Castelfranco Veneto

Il dramma della 40enne

Tutto iniziò poche settimane prima della tragedia. Su Facebook la quarantenne castellana venne contattata da un certo Fabio Schiavone (secondo gli inquirenti profilo falso gestito dai due puteolani), di 35 anni, titolare della ditta (inesistente) TechnolgyShop Italia di Milano. Inizia una conversazione di giorno in giorno più intima, e lei alla fine cede, inviandogli via chat foto che la ritraggono in pose osé.

Era una trappola: "Dammi duemila euro oppure faccio vedere a tutti che genere di donna sei, le spedisco a tuo marito". La donna non aveva i soldi, il ricatto poteva durare all'infinito. Il tempo scade e le foto finicono davvero in rete. Così, dalla vergogna, la donna decise di togliersi la vita lasciando marito e due bambini.

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