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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Mercato / Piazza Garibaldi

Trentennale della strage del rapido 904: le iniziative a Napoli

Il sindaco de Magistris consegnerà, alla presenza dei gonfaloni in rappresentanza dei comuni che hanno registrato vittime durante l'attentato, una medaglia commemorativa ai familiari delle vittime della Provincia di Napoli

In occasione del trentennale della strage del rapido 904, oltre alla consueta cerimonia commemorativa  all'ingresso della Stazione Centrale (ore 12 con la presenza del Sindaco) il Comune di Napoli ha messo in campo una serie di iniziative.

A cominciare dalle ore 12.45 in una delle sale della stazione Centrale il Sindaco Luigi de Magistris consegnerà, alla presenza dei gonfaloni in rappresentanza dei comuni che hanno registrato vittime durante l'attentato, una medaglia commemorativa a tutti i familiari delle vittime della Provincia di Napoli.

Alle 19.08, ora in cui  esplose l'ordigno mortale, in concomitanza con l'albero di Natale della Città di Bologna, sarà spento per un minuto il Maschio Angioino, da sempre il Monumento più rappresentativo della Città. Infine già da stasera, sulla facciata di Palazzo San Giacomo è stato affisso uno striscione alla memoria.

LA VICENDA-  La strage del Rapido 904 o strage di Natale accadde il 23 dicembre 1984 presso la Grande galleria dell'Appennino, ai danni del treno rapido n. 904 proveniente da Napoli e diretto a Milano. Il treno era pieno di viaggiatori che ritornavano a casa o andavano in visita a parenti per le festività.

Come si legge su Wikipedia:

Il treno fu colpito da un'esplosione violentissima mentre percorreva la Direttissima in direzione nord, a circa 8 chilometri all'interno del tunnel della Grande Galleria dell'Appennino (18 km), in località Vernio, dove la ferrovia procede diritta e la velocità supera i 150 km/h. La detonazione fu causata da una carica di esplosivo radiocomandata, posta su una griglia portabagagli del corridoio della 9ª carrozza di II classe, a centro convoglio: l'ordigno era stato collocato sul treno durante la sosta alla stazione di Firenze Santa Maria Novella. Al contrario del caso dell'Italicus, questa volta gli attentatori attesero che il veicolo penetrasse nel tunnel, per massimizzare l'effetto della detonazione: lo scoppio, avvenuto a quasi metà della galleria, provocò un violento spostamento d'aria che frantumò tutti i finestrini e le porte. L'esplosione causò 15 morti e 267 feriti. In seguito, i morti sarebbero saliti a 17 per le conseguenze dei traumi. Venne attivato il freno di emergenza, e il treno si fermò a circa 8 chilometri dall'ingresso sud e 10 da quello nord. I passeggeri erano spaventati, e a questo si affiancava il freddo dell'inverno appenninico. Il controllore Gian Claudio Bianconcini, al suo ultimo viaggio in servizio, chiamò i soccorsi da un telefono di servizio presente in galleria e, sebbene ferito, sopravvisse all'esplosione.

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