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Cronaca Via Vecchia S. Rocco, 18

"Stop Biocidio", assemblea pubblica per rilanciare la protesta: "Il tempo delle parole è finito"

"Il nostro territorio brucia ancora...di veleni. Noi bruciamo ancora...di rabbia": la Rete Commons lancia l'appello per un'assemblea pubblica presso il Laboratorio Occupato Insurgencia, il prossimo 17 ottobre

"Il nostro territorio brucia ancora...di veleni. Noi bruciamo ancora...di rabbia". Così la Rete Commons lancia un'assemblea pubblica presso il Laboratorio Occupato Insurgencia di Via Vecchia San Rocco 18 (Capodimonte, Napoli), per il prossimo 17 ottobre.

"Facciamo appello - si legge in una nota degli attivisti - a tutti i comitati che si riconoscono nel percorso della coalizione sociale Stop Biocidio, a tutti i comitati che hanno partecipato al #fiumeinpiena dello scorso anno, a tutte le realtà autorganizzate che tengono al centro della loro iniziativa la battaglia contro i veleni, per incontrarci il prossimo 17 ottobre a Napoli, al Laboratorio Insurgencia, per costruire insieme una campagna di mobilitazioni sui territori, con l'obiettivo di arrivare, nei prossimi mesi, ad una grande manifestazione nazionale a Napoli contro i veleni ed in difesa della salute e dell'ambiente".

"Esattamente un anno fa tra le province di Napoli e Caserta - spiegano ancora la Rete per i Beni Comuni - decine di migliaia di persone cominciavano a mettersi in marcia, invadere le strade dei propri comuni, avviando quello straordinario percorso che portò al fiume in piena del 16 novembre del 2013. Dopo anni di silenzi, insabbiamenti e lotte troppo spesso lasciate sole, finalmente un intero popolo ha alzato la testa contro quello che abbiamo definito biocidio: gli interramenti dei rifiuti tossici, i roghi che appestano l'aria tra Napoli e Caserta, uno scellerato piano dei rifiuti regionale fondato su discariche ed inceneritori, i tanti troppi morti per tumore nella nostra regione.
Quel popolo aveva rivendicazioni chiare: stop ai roghi, bonifiche sotto il controllo dei comitati territoriali, potenziamento del servizio sanitario pubblico ed un piano di prevenzione contro i tumori, basta con discariche ed inceneritori, protezione e valorizzazione per l'agricoltura di qualità della nostra regione. Queste, in estrema sintesi le rivendicazioni del movimento contro il biocidio".

"Le risposte avute dal governo Letta, attese per mesi, sono state ridicole ed assolutamente inefficaci - denunciano gli attivisti -. Nessuna delle rivendicazioni dei movimenti è stata affrontata. Nessun piano strutturale di intervento per la difesa della salute e dell'ambiente in Campania è stato messo in atto. Ancor peggio, i comitati, a cui va il merito di aver sollevato il vaso di Pandora dei veleni Campani denunciando quel sistema fatto di politica e crimine che ha avvelenato la nostra terra, sono stati estromessi da qualsiasi decisione.
Il nuovo governo di Matteo Renzi non solo non ha dato alcuna risposta alle rivendicazioni dei comitati, ma ancor di più ha peggiorato la situazione. Innanzitutto con la trasformazione in legge dell'inutile decreto Terra dei Fuochi; successivamente con provvedimenti che vanno esattamente nella direzione opposta a quella indicata dai comitati: la legge 106 che innalza il livello di inquinamento tollerabile dei terreni, lo stop alla legge 1345 sui reati ambientali ferma al Senato per l'opposizione della Confindustria, l'assenza di un piano per la riduzione e lo smaltimento dei rifiuti industriali, lo Sblocca Italia che da il via ad un nuovo scempio del territorio dalle trivellazioni petrolifere alle bonifiche attraverso i commissari straordinari, infine escludendo il tema della terra dei fuochi da qualsiasi azione di governo. Riteniamo che il tempo del dialogo con le istituzioni sia finito da un pezzo. Lo scorso 16 maggio con una giornata di azioni ed occupazioni in decine di Comuni tra Napoli e Caserta abbiamo esplicitato la necessità di riprendere la lotta a partire dai territori ed imporre al governo Renzi un cambio di rotta. Lo abbiamo ribadito durante l'estate attraverso il Festival Stop Biocidio che ha toccato diversi territori tra Napoli e Caserta e c'ha dato la possibilità di riorganizzare i presidi territoriali. L'autunno è cominciato con due importanti manifestazioni, quella di Acerra del 20 settembre scorso, in cui 5 mila persone sono scese in piazza per denunciare le morti per veleno di quel territorio. Così come lo scorso 27 settembre a Salerno, centinaia di persone sono scese in piazza contro l'ipotesi di costruzione di un inceneritore su quel territorio".

L'appello all'unità per la "costruzione di una agenda collettiva contro il biocidio": "Oggi siamo certi che bisogna fare uno scatto in avanti. Crediamo che sia giunto il momento di unire tutte le tappe in un unica grande campagna che attraversi la terra dei fuochi da Napoli a Caserta e che sappia essere un percorso partecipativo sui territori, capace anche di impostare dei piani di rivendicazione per marco aree, per costruire insieme un appuntamento nazionale che sappia parlare alla Campania così come a tutto il paese, per fermare le politiche del governo Renzi in tema di ambiente, salute, energia, trasporti e sostenibilità.
Il nostro non è solo un invito ad un'assemblea. Chiediamo a tutti i comitati di esprimere il proprio protagonismo e quindi di contribuire al percorso con il lancio di marce locali, iniziative, azioni di comunicazione e di coinvolgimento. Crediamo anche che il tempo delle mille parole sia finito" conclude la Rete.

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