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Cronaca Bagnoli / Via Coroglio

Sigilli all'Arenile di Bagnoli: superato il limite di decibel

Decreto per il sequestro preventivo firmato dopo due controlli, uno a luglio del 2010 e l'altro a giugno del 2011. Il titolare Frenna: "Provvedimento pretestuoso e paradossale". Presentato il ricorso alla magistratura

Arriva la stangata per i giovani napoletani amanti dell’estiva movida notturna: il complesso dell’Arenile di Bagnoli, location di concerti anche di grosso respiro internazionale, è stato posto ieri mattina sotto sequestro preventivo. La causa dei sigilli, scattati dopo la firma del decreto da parte del PM Basso della Procura di Napoli, è da ricercarsi in due sopralluoghi effettuati uno il 23 luglio del 2010 (mentre si esibiva il cantante Alex Britti) e l’altro il 17 giugno del 2011 (mentre sul palco il protagonista era Giuliano Palma) durante i quali è emerso un superamento del limite consentito di decibel.

Il titolare dell’Arenile, Umberto Frenna, ritiene che i sigilli siano eccessivi e commenta così l’accaduto «Un provvedimento pretestuoso e paradossale. Il livello registrato rientra in quello di tolleranza previsto dal piano di zonanizzazione per la musica dal vivo. Inoltre il pm che ha fatto il provvedimento ha messo sotto sequestro tutto lo stabilimento, con la conseguente immediata messa in libertà di 60 dipendenti, ai quali va aggiunto l'indotto legato alle serate, al service, al catering e alle attività collaterali».

Sui danni subiti da tutti i lavoratori dell’azienda, come leggiamo da Il Mattino: “Il danno non lo si fa a me, che ho i mezzi per poter attendere e fare richieste di risarcimento, ma ai lavoratori. Siamo un'azienda che dà lavoro senza aver mai usufruito dei soldi pubblici, molti dei nostri dipendenti lavorano con noi da oltre 15 anni. Non sorprende che non ci sia una sola impresa del centro-nord disposta a investire in questa città, dove c'è un'incertezza impressionante per chi opera. Noi abbiamo le spalle forti, ma si pensi a quanti sono alla mercé di queste follie».

Inoltre dalla pagina Facebook del complesso turistico si apprende che è già stato presentato ricorso alla magistratura: “Di fatto restiamo sottoposti a questa misura sproporzionata che al momento blocca tutte le nostre attività! Nonostante ciò, riponiamo la massima fiducia nella magistratura affinché i nostri ricorsi siano considerati nel più breve tempo possibile e ci sia concessa la riapertura”.

Per la ripresa delle attività non resta quindi che aspettare la decisione del giudice.

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