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Cronaca

Sigillati gli autovelox nel casertano: le multe non erano dei vigili

I carabinieri del comando provinciale e la polizia stradale della sezione di Caserta hanno coperto con teli neri e apposto i sigilli ad una trentina di autovelox e photored. La constatazione delle infrazioni non veniva effettuata dai vigili urbani

Continuano le operazioni nell'ambito delle indagini sugli autovelox col trucco nel casertano.

I carabinieri del comando provinciale e la polizia stradale della sezione di Caserta hanno coperto con teli neri e apposto i sigilli ad una trentina di autovelox e photored.

Altri sequestri sono in corso nelle sedi delle ditte fornitrici delle apparecchiature, coinvolte nell'indagine, avviata nel 2005 dai carabinieri di Capua, a seguito di numerose denunce presentate da automobilisti.

Agli indagati viene anche contestata la truffa nei confronti degli automobilisti costretti a pagare le sanzioni per un atto pubblico da considerare nullo, perché redatto in maniera non conforme alle disposizioni di legge. Dagli accertamenti effettuati da polizia e carabinieri, infatti, è risultato che la constatazione delle infrazioni attraverso i riscontri fotografici non veniva effettuata dai vigili urbani e, dunque, da un pubblico ufficiale, ma da dipendenti delle stesse società che provvedevano anche a redigere i verbali ai quali, poi, apponevano la firma digitale di un vigile urbano.

Ai sindaci di 33 comuni, ad altri amministratori ed ai comandanti delle polizie municipali, viene contestato, tra l'altro, di avere installato autovelox e photored senza uno studio sulla pericolosità e sull'intensità del traffico, spesso con il trucco, ovvero senza idonea segnalazione, nascosti tra gli alberi o posizionati dopo una curva e con una improvvisa variazione del limite di velocità previsto sulla stessa strada.

Vengono anche contestati accordi diretti con le ditte per l'installazione ed il funzionamento delle apparecchiature e non attraverso regolari bandi di gare. Al centro dell'indagine compensi alle ditte non fissi, ma proporzionali all'entità della sanzione comminata all'automobilista. Poi, l'iscrizione nel bilancio comunale di somme di denaro non corrispondenti all'effettiva entità degli introiti derivanti alle sanzioni per infrazioni al codice della strada.
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