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Siccità, Cecere: "Disincentivare l'uso di acqua potabile per lavare i pavimenti e tirare lo sciacquone del wc"

"L'Italia è il Paese più idrovoro d'Europa, basti pensare che ogni italiano consuma 236 lt di acqua al giorno". L'intervista a Nunzio Yari Cecere, imprenditore napoletano 28enne attivo nel settore immobiliare inserito da Forbes tra i 30 giovani under 30 più promettenti d’Europa

La siccità è una delle grandi criticità che stiamo vivendo in questa torrida estate 2022. NapoliToday ha intervistato Nunzio Yari Cecere, imprenditore napoletano 28enne attivo nel settore immobiliare. Ha iniziato presto l'attività imprenditoriale nel campo immobiliare nel 2012 all’età di 18 anni costituendo la Cecere Management, sua prima società immobiliare. E' stato inserito nel 2019 dalla rivista americana Forbes tra i 30 giovani under 30 più promettenti d’Europa. Convinto sostenitore della transizione ecologica anche nel settore immobiliare, si è posizionato tra gli innovatori del mercato immobiliare del Sud Italia e tra i pionieri del Proptech, avviando numerosi progetti di immobiliari di rigenerazione urbana. Nel 2019, per elevare gli standard già sviluppati dal gruppo Cecere Management e per ammodernare un mercato da decenni identico a se stesso, decide di fondare il luxury brand Nunziare introducendo il concetto di edifici smart finalizzati al benessere psicofisico dell’individuo come abitante. All’inizio del 2022 fonda la rivista Nunziare Magazine, testata giornalistica che punta la lente di ingrandimento sui grandi temi dell’eco sostenibilità del futuro.

Siccità e desertificazione, stiamo affrontando un'estate idricamente difficile. Lei sostiene che non è solo un problema di cambiamento climatico ma anche di impreparazione.

"Esattamente, stiamo affrontando una crisi nota da tempo e per la quale mostriamo una certa sensibilità soltanto durante determinati periodi dell'anno, intervenendo in maniera drastica con provvedimenti di crisi come razionamenti e turnazioni delle forniture idriche. Il caldo estremo, la mancanza di precipitazioni, i fiumi in secca che gridano aiuto, sono fenomeni in cima alla lista delle priorità del Climate Action; producono impatti a cascata su ecosistemi e settori chiave dell'economia: conosciamo i dati, abbiamo contezza scientifica del fenomeno ma, nonostante questo, non abbiamo sviluppato nessuna capacità di analisi, prevenzione e progettazione. In buona sostanza, di fronte al problema, stiamo rivelando tutta la nostra impreparazione a cominciare dalle infrastrutture, gli edifici pubblici e privati (per i quali ho esperienza diretta per il lavoro che faccio) che non sono assolutamente allineati con la nuova realtà climatica e che, per i motivi elencati, richiederebbero provvedimenti della massima urgenza per mitigare gli effetti della siccità".

Quanta acqua sprechiamo?

"Tantissima, se si potesse tracciare l'impronta idrica per ogni azione o bene prodotto forse avremo più coscienza del fenomeno, invece, l'incapacità di riconoscere il valore dell'acqua è la causa dell'uso irrazionale che ne facciamo. L'Italia è il Paese più idrovoro d'Europa, basti pensare che ogni italiano consuma 236 lt di acqua al giorno e che le nostre infrastrutture idriche, a causa delle condizioni in cui versano, disperdono 3 miliardi e mezzo di metri cubi: quanto basterebbe per soddisfare 44 milioni di persone in un anno. In questo quadro, bisognerebbe fare di più per i prelievi di acqua ad uso potabile".

Quali sono le soluzioni da mettere in campo?

"Come gruppo che si occupa di immobili ad uso residenziale parlo per quello che conosco e, su questo tema, sento di dire che andrebbero incentivate molte più buone prassi che oggi rappresentano solo l'eccezione ma, per fare questo, bisogna lavorare su due fronti: fare pressing sulle decisioni pubbliche ed educare il mercato affinché conosca e riconosca il valore di queste tecniche. 
La prima buona norma in ambito edilizio dovrebbe essere disincentivare l'uso dell'acqua potabile, a vantaggio di fonti alternative per usi che non richiedono una qualità così elevata, quindi, lavorare con invasi e corpi ricettori in grado di immagazzinare acque grigie e piovane che vengono poi stoccate per usi compatibili. Le faccio un esempio: l'uso dello sciacquone del wc o il lavaggio dei pavimenti privati e condominiali non prevedono la necessità di acqua potabile, ma finché l'efficientamento e la gestione circolare dell'acqua non diventano la priorità continueremo ad adottare provvedimenti - e a lamentarci - solo in caso di crisi".

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