Gli agenti sono entrati nell'Accademia di Belle Arti alle 6 del mattino. Avevano le chiavi, quindi non è stata necessaria un'irruzione. All'interno, dormivano diciassette di studenti, parte del collettivo che da circa un mese aveva occupato la struttura.
Sulla testa dei manifestanti pendono tre capi d'accusa: occupazione di bene pubblico, utilizzo improprio di bene culturale e danneggiamento. Accuse rigettate dagli studenti: "Ci siamo presi cura di un bene altrimenti abbandonato. Abbiamo svolto attività e laboratori. Non c'è alcun danno".
La protesta nasce da lontano e solo in parte è stata inasprita dalla pandemia. "I prolemi sono tanti. Non si può praticare l'arte a distanza e dopo un anno non esiste ancora un piano per il rientro. Abbiamo solo due appelli d'esame all'anno. La biblioteca è utilizzabile solo per poche ore a settimana. Abbiamo chiesto più volte un incontro al direttore e c'è stato sempre negato".