Sventato lo sfratto di una donna: "Soffre di disturbi psichiatrici"
L'intervento di alcuni attivisti hanno impedito all'ufficiale giudiziario di sgomberare Giusi Battista, 62 anni, affetta da bipolarismo e invalida al 100 per cento. Concessa una proroga di 30 giorni
C'è voluto l'intervento di alcuni attivisti dell'ex Opg Je so pazzo per scongiurare lo sfratto di Giusi Battista, una donna di 62 affetta da disturbo bipolare e invalida al 100 per cento. Questa mattina, al civico 59 di via Sedile di Porto, pieno centro di Napoli, l'ufficiale giudiziario è arrivato insieme ai proprietari dell'immobile per sgomberare la donna, ma l'accesso al palazzo è stato loro impedito dagli esponenti del centro sociale.
E' intervenuta anche la Digos e dopo un lungo conciliabolo si è giunti alla conclusione di concedere a Giusi altri 30 giorni per saldare il suo debito, che consiste in un anno di affitto non pagato. "E' da febbraio che seguiamo la vicenda di Giusi Battista - spiega una nota dell'Ex Opg - Era un'imprenditrice del settore calzaturiero e con la sua fabbrica, nel rione Sanità, ha dato lavoro a tante donne del quartiere. Purtroppo nel 2001 un'alluvione rovinò gran parte delle attrezzature, Giusi non ebbe i risarcimenti necessari e non riuscì a ripartire. Arrivò a vendere la casa di proprietà e da 13 anni vive in affitto al centro storico, pagando ogni mese regolarmente. Con il covid però, i familiari che l'avevano inizialmente sostenuta nei momenti di difficoltà non sono più riusciti ad aiutarla, ed è ormai un anno che Giusi non riesce a pagare, percependo ormai la sola pensione d'invalidità, insufficiente a coprire anche solo il costo della casa".
Come se non bastasse, la 62enne è stata recentemente truffata. Vivendo sola e senza nessun tipo di assistenza, è caduta in un raggiro immobiliare con i malviventi che le hanno portato via la caparra per l'affitto di una casa inesistente. La sua sofferenza non è solo economica, ma anche psico-fisica: "Ha un'invalidità al 100 per cento per via del disturbo bipolare che le causa momenti di grande sofferenza. Da quando siamo entrati in contatto con lei abbiamo cercato di trovare qualsiasi soluzione alternativa per lasciare l'appartamento, ma nel mercato immobiliare privato di Napoli non esiste nessuna soluzione plausibile per il suo budget. Abbiamo allertato il Centro di salute mentale, gli assistenti sociali, l'Agenzia sociale per la casa, che ha preso in carico il caso, tutti gli assessorati competenti".
Purtroppo, il caso di Giugi non è raro a Napoli e provincia. Con la crisi Covid e la rimozione del blocco degli sfratti, il numero di famiglie con problemi di morosità è più che raddoppiato. Dati ufficiosi parlano di almeno 2mila sgomberi esecutivi. A ciò si aggiunge il numero esiguo di assistenti sociali operanti in città e la totale assenza, da almeno 30 anni, di una politica della casa.
"Nonostante si sia spiegato il percorso messo in essere - spiegano gli attivisti - su cui attendiamo risposte istituzionali, oggi si è minacciato l'utilizzo della forza pubblica senza alcun riguardo verso la fragilità e la situazione di grande sofferenza e disagio che sta vivendo Giusi. Il tema degli sfratti è ormai un'emergenza sociale vera e propria, con più di 350 accessi degli ufficiali al giorno. Pretendiamo che a Napoli esistano servizi e assistenza all'altezza delle esigenze di dignità di ogni essere umano".