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Luisa sfrattata per i debiti del proprietario: "Sono malata e vivo in dormitorio"

La donna, 63 anni, affetta da diverse patologie, il 26 novembre è stata cacciata di casa per l'esecuzione di un pignoramento: "Ho sempre pagato l'affitto, ora non so dove andare"

"Mi hanno strappato le chiavi dalle mani e mi hanno detto di prendere velocemente un cambio d'abito. Poi, mi hanno portato fuori da casa mia". Luisa Incalza, 63 anni, affetta da diverse patologie tra cui i postumi di un'ischemia, racconta con dolore la sua esperienza di sfratto dall'abitazione di via Giacinto Gigante, quartiere Arenella. Senza un lavoro stabile, con la sola entrata del Reddito di cittadinanza, oggi vive in un dormitorio. 

Non è una storia di morosità. Luisa ha sempre pagato l'affitto. Purtroppo, paga i debiti contratti dal proprietario, a cui hanno pignorato l'immobile: "E' una vicenda che ha degli elementi strani - spiega - già nel 2016 ci fu un primo pignoramento poi la cosa rientrò. Nel 2019 è ricomparsa la custode giudiziaria nominata dal tribunale per una nuova sentenza. Eppure, non ho mai ricevuto avvisi ufficiali. Solo biglietti informali e minacce. Fino al 26 novembre, quando è intervenuta la polizia di Stato". 

Il paradosso è che, causa emergenza Covid, gli sfratti per morosità sono bloccati per legge fino al 31 dicembre 2021 mentre Luisa, che non ha nessun arretrato, si trova in mezzo alla strada. "Il giorno prima, il 25 novembre, mi sono anche recata presso il commissariato per presentare un'istanza basata proprio sul blocco degli sfratti. Non avrei mai creduto di subire tutto ciò in questi tempi". 

La donna è stata affiancata dallo Sportello per il diritto all'abitare: "Non conosciamo tutti gli elementi per dire se lo sgombero della signora Luisa sia stato tecnicamente illegittimo - afferma Alfonso De Vito - di sicuro è stato ingiusto e molto aggressivo. Nel bel mezzo di un'emergenza pandemica che ha portato al blocco degli sfratti per morosità, con una procedura giudiziaria ancora in corso mentre di fronte avevano una donna sola, fragile, precaria e in difficili condizioni di salute. C'erano sicuramente i margini di un rinvio, considerando anche che nessuno si è preoccupato di coinvolgere le amministrazioni locali e i servizi sociali per verificare la disponibilità di un'alternativa come prescrivono le procedure di fronte a casi sensibili".

L'atteggiamento delle autorità preoccupa non solo per Luisa, ma anche per tutti coloro che nel Napoletano si troveranno in difficoltà quando sarà rimosso il blocco degli sfratti: "Le politiche per il diritto alla casa sono ancora inconsistenti di fronte allo tsunami che rischia di presentarsi dall'inizio del 2022. Le assegnazioni dell'Erp infatti sono praticamente ferme, le strutture di accoglienza per l'emergenza abitativa previste dalla delibera 1018 del 2014 non sono mai state realizzate, i fondi economici disponibili per il sostegno all'affitto sono una goccia nel mare dei bisogni, politiche di calmierazione e regolamentazione del mercato abitativo sono inesistenti, così come quelle per contenere il fenomeno delle case vacanza". 

Il 7 dicembre Luisa dovrà sostenere l'udienza per il ricorso contro lo sfratto esecutivo. Non è stata ancora contatta dagli uffici comunali a cui ha solo una cosa da chiedere: "Giustizia e diritto, solo questo. Il resto l'ho già perso". 

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