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Vincenzo e Marina, coniugi malati che l'Asl vuole sfrattare

Da generazioni vivono in una casa in via Lungo Montecalvario 22, nel centro di Napoli, di proprietà dell'Azienda sanitaria. Lui ha subito un trapianto bipolmonare, lei si sottopone a chemioterapia per un carcinoma

Lui ha subito un trapianto polmonare, lei lotta contro un carcinoma, eppure rischiano di essere sfrattati dal proprietario dell'immobile: l'Asl Napoli 1 Centro. La famiglia di Marina Longo in Barone vive in via Lungo Montecalvario 22, Quartieri spagnoli, da un secolo. La donna, 60 anni, ci vive dal 1995 insieme al marito Vincenzo, 64. All'epoca, l'immobile era proprietario dell'Erp (Edilizia residenziale pubblica), ente sotto il controllo della Regione Campania. "L'affitto era di 50mila lire - racconta Vincenzo - poi con il passaggio all'euro, negli anni, è diventato di 50 euro". 

Il passaggio dall'Erp all'Asl

L'intero stabile è diventato di proprietà dell'Asl Napoli 1 Centro. Se con l'Erp, al decesso di un legittimo assegnatario, il testimone passava automaticamente ai discendenti, così non è per l'Azienda sanitaria, che non condivide la stessa mission sociale. Quindi, alla morte della madre di Marina, i due coniugi non hanno ottenuto la voltura. "Hanno riconsiderato l'affitto secondo i valori di mercato e ci hanno chiesto 350 euro al mese" ricorda Vincenzo. 

Le malattie di Vincenzo e Marina

Cifre che la famiglia non è mai riuscita a pagare perché, contestualmente, Vincenzo si è ammalato ai polmoni e non ha potuto proseguire la sua attività di muratore. Per anni, il 64enne ha vissuto attaccato a una bombola di ossigeno, fino al trapianto bipolmonare cui si è sottoposto all'Ospedale Le Molinette di Torino. "Io ero l'unico in famiglia che aveva la possibilità di affrontare le spese per le cure e i viaggi - spiega Giovanni, uno dei figli della coppia - Prima ho anticipato i soldi per le cure, poi quelli dei viaggi a Torino, quindi l'affitto dell'appartamento nella capitale piemontese per i 5 mesi della riabilitazione. Mi sono indebitato per 32mila con la banca". 

Adesso, le condizioni di Vincenzo sono stabili, ma una volta al mese deve ancora recarsi alle Molinette per le visite di controllo. I guai, però, non vengono mai soli, e tre anni fa Marina ha scoperto di avere un carcinoma polmonare: "Da allora si sottopone a periodiche chemioterapie - prosegue Vincenzo - per fortuna è ancora qui". 

Il debito e la pensione 

In dieci anni questa famiglia ha accumulato un debito nei confronti dell'Asl Napoli 1 Centro di circa 80mila euro e gli spifferi di uno sgombero sono diventati sempre più frequenti, fino a trasformarsi in una sentenza del Tribunale. Un barlume di luce ha squarciato l'oscurità quando i due hanno ottenuto la pensione di invalidità. "Potendo contare sulle pensioni - spiega il figlio Giovanni - abbiamo avanzato una proposta all'Asl: pagare i 350 euro al mese di affitto, aggiungere 250 euro come rata per estinguere il debito e pagare subito 5mila euro che avremmo raccolto con l'aiuto di tutti i parenti". 

Il rifiuto

Un'offerta che l'Azienda sembra aver rifiutato: "Durante un incontro mi hanno chiesto 20mila euro subito e 6mila euro al mese -  Ma come facciamo a pagare questi soldi con le nostre pensioni?". Di questa contro-proposta non esistono documenti ufficiali. Ciò che, invece, è ufficiale, è una nota che l'Asl ha inviato alla famiglia Barone pochi giorni fa in cui si concedono 30 giorni, cioè fino a fine ottobre, per presentare un'offerta, si legge nel documento, "...valida e ragionevole". La lettera specifica anche che si tratta dell'ultima proroga concessa "in via bonaria", lasciando presagire l'utilizzo della forza di qui a un mese. 

"Noi non sappiamo dove andare - conclude Vincenzo Barone - i nostri parenti hanno case piccole e le nostre pensioni non bastano per pagare un affitto con i prezzi di oggi, considerato che dobbiamo continuare a sostenere le nostre cure e i miei viaggi a Torino". La vicenda è stata resa in carico anche dallo Sportello per il Diritto all'abitare: "E' brutale - afferma l'attivista Alfonso De Vito - pensare che un ente che si occupa della salute delle persone metta in mezzo a una strada due malati gravi. Hanno avanzato un'offerta in base alle loro possibilità, sarebbe umano trovare una soluzione".

Dopo la pubblicazione del servizio, l'Asl Napoli 1 Centro ha inviato una nota scritta. E' possibile leggerla a questo link.

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