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Cronaca

Nuovo Servizio Civile, approvato il decreto: cosa cambierà

Il provvedimento prevede un servizio "universale" ma a orario di ridotto: da 30 a 25 ore settimanali per 8 o 12 mesi anche all'estero

Il "Servizio civile universale" diventa legge dello Stato. Il Consiglio dei Ministri ha approvato il 10 febbraio il primo dei decreti legislativi collegato alla legge delega di Riforma del Terzo Settore (legge 106 del 6 giugno 2016). Il provvedimento, che prevede l'apertura agli stranieri e la possibilità di andare all'estero, modifica il sistema del Servizio Civile Nazionale, istituito dalla legge 64 del 6 marzo 2001 e disciplinato dal decreto legislativo n.77 del 5 aprile 2002. L’obiettivo del Governo è quello di rafforzare il servizio civile quale strumento di difesa non armata della Patria, di educazione alla pace tra i popoli e di promozione dei valori fondativi della Repubblica. 

"Il punto più qualificante della nuova disciplina - ha osservato il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Giuliano Poletti - contenuta nel testo, è che il servizio civile diventa "universale", ovvero punta ad accogliere tutte le richieste di partecipazione da parte dei giovani che, per scelta volontaria, intendono fare un’esperienza di grande valore formativo e civile, in grado anche di dare loro competenze utili a migliorare la loro occupabilità".

Il decreto, infatti, prevede la partecipazione al servizio di tutti i cittadini dell’Unione Europea e gli stranieri regolarmente soggiornanti in Italia.  Inoltre, tra le novità, l'orario previsto viene ridotto da 25 a 30 ore settimanali, e la possibilità del loro utilizzo da 8 a 12 mesi anche all’estero.

“Siamo soddisfatti per il risultato ottenuto che ci premia di anni di richieste avanzate al Governo - ha commentato Mario Perrotti, Presidente Unpli Campania (Unione Nazionale Pro Loco Campania) -, attendiamo di leggere nel dettaglio il decreto licenziato dal Governo Gentiloni”.

Con il nuovo decreto le finalità del servizio civile universale sono perseguite mediante programmi di intervento nei settori dell’assistenza, della protezione civile, del patrimonio ambientale e della riqualificazione urbana, del patrimonio storico, artistico e culturale, dell’educazione e promozione culturale e dello sport, dell’agricoltura in zona di montagna e sociale, della biodiversità, della promozione della pace tra i popoli, della nonviolenza e della difesa non armata, della promozione e tutela dei diritti umani, della cooperazione allo sviluppo, della promozione della cultura italiana all’estero e del sostegno alle comunità di italiani all’estero.

Allo Stato sono attribuite diverse funzioni: programmazione, controllo, verifica e valutazione del servizio civile universale. Le funzioni di programmazione sono svolte mediante la predisposizione del piano triennale, attuato con piani annuali che tengono conto del contesto nazionale ed internazionale, delle risorse economiche disponibili derivanti dal bilancio dello Stato, delle risorse comunitarie e di quelle rese disponibili da soggetti pubblici o privati. Le funzioni di controllo, verifica e valutazione sono effettuate mediante un controllo sulla gestione delle attività degli enti, una valutazione dei risultati dei programmi di intervento e verifiche ispettive sulle attività svolte dagli enti.

Le Regioni e le Province autonome partecipano alla realizzazione degli interventi di servizio civile universale negli ambiti di competenza, nel rispetto della programmazione stabilita dallo Stato. Nel decreto gli Enti di servizio civile universale sono inquadrati quali soggetti pubblici e privati che, iscritti presso un apposito Albo, presentano i programmi di intervento e ne curano la realizzazione.

Per i giovani operatori volontari viene introdotto un modello flessibile di servizio civile con una durata da modulare in base alle esigenze di vita e di lavoro (8-10 mesi). E' prevista, inoltre, la possibilità di definire criteri per il riconoscimento e la valorizzazione delle competenze acquisite dai giovani durante il periodo di servizio.

E’ definitivamente risolta la questione della partecipazione al servizio civile oltre che dei cittadini dell’Unione europea, anche degli stranieriregolarmente soggiornanti in Italia. Particolare attenzione è riservata alle problematiche dei giovani con minori opportunità che avranno maggiori occasioni di partecipazione agli interventi di servizio civile, anche in considerazione della previsione di meccanismi di premialità a favore degli enti che realizzeranno gli interventi con l’impiego di questi giovani.

Agli operatori volontari impegnati in interventi da realizzarsi in Italia, è offerta la possibilità di effettuare il servizio, per un periodo di tre mesi, in uno dei Paesi dell’Unione Europea, al fine di rafforzare il senso di appartenenza all’Unione nonché di facilitare lo sviluppo di un sistema europeo di servizio civile, ovvero in alternativa di usufruire di un tutoraggio finalizzato alla facilitazione dell’accesso al mercato del lavoro.

Il decreto istituisce, inoltre, la Consulta nazionale per il servizio civile universale e la Rappresentanza degli operatori volontari, a livello nazionale e regionale, quali organismi di confronto in ordine alle questioni concernenti l’attuazione del servizio civile universale.

Resta, però, da superare ancora un intoppo: l'empasse del Dipartimento Gioventù e Servizio Civile Nazionale. E' necessaria, infatti, l'immediata attivazione del Presidente del Consiglio affinchè chiarisca la delega politica per il servizio civile, e metta il Dipartimento nuovamente nella condizione di operare per garantire i compensi mensili ai giovani, i rimborsi alle organizzazioni, per la convocazione della Consulta Nazionale per la programmazione 2017 e per l’esame di provvedimenti fermi da tempo.

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