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Cronaca

Petroliera napoletana catturata dai pirati nell'Oceano Indiano

È degli armatori D'Amato. Equipaggio della Savina Caylin composto da 5 italiani e 17 indiani. Durante l'attacco esplosi vari colpi di arma da fuoco: non ci sarebbero feriti. Pirati verso le coste della Somalia

Una petroliera italiana, la ''Savina Caylyn'' della società armatrice napoletana Fratelli D'Amato, è stata sequestrata dai pirati nell'Oceano Indiano. L'attacco è avvenuto alle 5,30, ora italiana: sono stati esplosi vari colpi di mitra e razzi Rpg. Al momento non risultano feriti tra gli uomini dell'equipaggio composto da 5 italiani e 17 indiani.

La nave sarebbe attualmente in mano dei pirati e la fregata della Marina militare 'Zeffiro', che si trova in Oceano Indiano nell'ambito della missione antipirateria dell'UE 'Atlanta', si sta dirigendo nell'area dell'attacco dove giungerà tra un paio di giorni, essendo distante circa 500 miglia. Intanto dalla sede dei Fratelli d'Amato si mantiene il più stretto riserbo sull'accaduto. Sono stati allontanati infatti con modi sbrigativi i giornalisti che si erano presentati nella sede napoletana della società armatrice.

L'attacco è avvenuto in pieno Oceano Indiano, a 880 miglia dalla Somalia e a 500 dall'India, e questo significa che il barchino di pirati è stato presumibimente messo in acqua da una cosiddetta "nave madre" che incrocia in quella zona. Il comandante della petroliera ha tentato di sottrarsi ai pirati compiendo le manovre 'evasive' previste in questi casi - accelerazione della velocità, repentini cambi di rotta - e usando potenti getti d'acqua contro il barchino, ma i malviventi non hanno esistato a usare mitra e lanciarazzi Rpg, riuscendo così a salire a bordo e ad impossessarsi della motonave.

I pirati che hanno sequestrato la petroliera italiana si starebbero ora dirigendo verso le coste della Somalia dove "presumibilmente cercheranno di stabilire contatti con la proprietà per chiedere il loro riscatto". Lo ha fatto sapere il portavoce della missione europea Atalanta-EuNavFor, il comandante Paddy O'Kennedy, parlando con l'Ansa. "È quanto è successo in tutti gli altri casi, è una procedura pressoché standard. Abbiamo provato in vari modi ad avere contatti con il comandante e l'equipaggio della Savina Caylyn, via radio e via telefono, ma non è stato possibile stabilire una comunicazione. Ma anche questo non è inusuale, succede sempre". Inanto anche l'Unità di crisi della Farnesina sta seguendo la vicenda della petroliera italiana.

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